Di cosa si ciba il cervello?

Di cosa si ciba il cervello?

Dato per assodato che mente e corpo non si possono separare, e che il microbioma influenza pesantemente il cervello, è necessario un giusto nutrimento per mantenere uno stato di salute psicofisica ottimale.

Il cervello è la cosa più complessa del mondo, forse perché potrebbe essere paragonato alla complessità dell’Universo.
Il cervello e soprattutto la parte della corteccia prefrontale, che ci distingue dagli animali e dimostra la nostra evoluzione, ha bisogno del 20% – 25% del metabolismo, pur rappresentando solo il 2% del nostro peso corporeo.
Esattamente come il corpo, il cervello ha bisogno di energia, sotto forma di APT (adenosintrifosfato) che si ottiene dal glucosio o dai chetoni.

Il cervello adora cibarsi delle molecole di acidi grassi corti o medi dalle quali ottiene una quantità di ATP spropositata (337 ATP) rispetto a quella fornita dal glucosio (solo 38 ATP in glicolisi aerobia, e solo 2 in anaerobia con enorme produzione di acidi), ed è per questo che le malattie cosiddette neurologiche sono invece da considerarsi neurometaboliche.

Nel tentativo di fornire una spiegazione a questa affermazione, dobbiamo tornare alla preistoria e comprendere come le nostre cellule lavorano con i vari nutrienti.
Inoltre dobbiamo sapere che essendo nato il fegato prima del cervello, lui è un grande solista e non ascolta il direttore d’orchestra, perciò è sempre pronto a smontare gli alimenti e riversare nel flusso sanguigno i nutrienti per i vari organi, e decide cosa fare e a chi mandarli. Infatti gli oscillatori del fegato controllano il metabolismo e mettono fuori uso il cervello. E’ così che mangiare in contrattempo (o tutto il giorno spiluccare) accorcia la vita.

Ma torniamo alla preistoria: le prime cellule che sono apparse sulla Terra sono gli ARCHEA (batteri fermentanti), prima dell’arrivo dei mitocondri.
Otto Heinrich Warburg, medico tedesco 1883-1970, premio Nobel per la medicina, intorno al 1930 aveva capito che il cancro è una malattia metabolica, in cui le cellule sono in grado di bruciare solo glucosio e glutammina direttamente nel citoplasma (questa è una scoperta più recente, lui pensava che la sede fossero i mitocondri), come i nostri antenati Archea (si tratta di una regressione filogenetica e ontogenetica). Di conseguenza, l’ingestione di zuccheri e carboidrati aumenta l’incidenza e accelera la progressione dei tumori di qualunque eziologia specifica.
Mentre le diete ad alto contenuto di proteine di qualità e di grassi sono utilizzate con successo
nelle malattie autoimmuni,
nell’invecchiamento e nelle malattie neurologiche,
nell’epilessia e
nelle aritmie,
nell’obesità e
nel diabete di tipo 2,

contro il cancro si deve lavorare con il digiuno prolungato e l’attività fisica, nonché con un lavoro di recupero delle funzioni primarie della corteccia prefrontale per non recidivare.

La cellula tumorale ha bisogno di circa 20 volte di più glucosio rispetto ad una cellula sana. Le cellule di tutte le malattie neurometaboliche sono in resistenza insulinica, che blocca il ciclo di Krebs nel mitocondrio a piruvato, così come la cellula tumorale brucia solo zucchero fino a piruvato, con produzione di lattato.

Le cellule tumorali mangiano montagne di glutammina questa volta utilizzando il mitocondrio a senso inverso, in senso anfibolico, anabolico. La glutammina entra nel ciclo di Krebs e produce glutarato che va a citrato. Il citrato esce dal mitocondrio e viene usato per produrre le membrane cellulari della cellula cancerosa.
Perciò le diete low carb non sono sufficienti perché mangiando proteine (quindi azoto) si forniscono montagne di glutammina e il cancro continuerà a replicarsi. E’ necessario il digiuno e attività fisica per bloccarlo.

L’organismo unicellulare (quello senza mitocondri), come l’archea, più insulina ha, più è avvantaggiato, ma tolto lo zucchero, muore. Le nostre cellule del cancro regrediscono allo stato di archea e sfruttano qualsiasi genere di carboidrato e proteina che ingeriamo.
L’organismo pluricellulare (che ha inglobato i mitocondri), invece, ha bisogno di un “vigile urbano” che sappia smistare i nutrienti dove servono.

Il meccanismo di scatenamento del cancro e di tutte le altre malattie è l’infiammazione silente o cosiddetta non-resolving.
Tutte le persone possono essere a rischio di malattie degenerative, se hanno un’infiammazione persistente, in più sostenuta da inattività fisco-motoria, disidratazione, produzione di acidi dovuta ad alimentazione industriale, fuori orario, con grandi apporti di zuccheri e fruttosio.

L’infiammazione silente non resolving in concomitanza con un trauma e l’insulinoresistenza dà l’innesco a qualsiasi tipo di malattia degenerativa sia nel corpo sia nel cervello.
La nutrizione, o meglio il nutrimento (lo stile di vita, le relazioni, la soddisfazione, la realizzazione di sé stessi) sono basilari per la salute.

Fare un check-up delle nostre reali esigenze e stabilire delle priorità dettate dal cuore e non dalle necessità, ci mette in una condizione di vivere meglio, più sani e più a lungo.

appunti di lezione a cura di Giuliana Cossettini, PhD., Ricercatrice

foto: daniel-oberg-41Wuv1xsmGM-unsplash.jpg

Questo articolo è su più pagine. Ti invitiamo a leggere la pagina iniziale e proseguire in ordine:
1. Smemorati?
2. Il Cervello: il direttore d’orchestra
3. La memoria e le sue sedi
4. Le esperienze di vita cambiano le vie neuronali
5. Di cosa si ciba il cervello?
6. La respirazione influenza il cervello

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