Olistico deriva da “holos” che in greco significa “il tutto”.
La corrente di pensiero dell‘olismo può essere applicata a molte discipline. L’olismo rappresenta uno stato di salute globale, l’unione di corpo, mente, ambiente e società in cui fattori biologici, psicologici e sociali sono fortemente interconnessi.
La ricerca del benessere olistico è orientata alla persona e non alla malattia, alla causa che ha generato una disfunzione e non al sintomo, al sistema e non all’organo, al ripristino della funzione stimolando il naturale processo di auto-guarigione del corpo (ci basti pensare alla capacità di auto-rigenerazione delle cellule, dei tessuti, degli organi…). L’obiettivo che l’operatore olistico si prefigge non è quello di curare un singolo organo o tessuto, ma è quello di riportare equilibrio e benessere all’individuo nella sua totalità e di ristabilire l’equilibrio con l’ambiente circostante, in tal modo l’organismo ha tutte le risorse e capacità per rimettersi in forma.
Un altro aspetto importante da sottolineare riguarda la prevenzione (intesa come un corretto stile di vita) che è fondamentale per mantenere un buono stato di salute. L’atteggiamento di ciascuno di noi dovrebbe essere quindi responsabile e volto a prevenire la malattia, sia sul piano fisico che su quello mentale e spirituale.
Nel mondo olistico esiste una profonda connessione tra le nostre emozioni e la salute degli organi interni. A volte le emozioni represse, rifiutate o assorbite da altre persone trovano rifugio in specifici organi, questo processo, nel lungo tempo causa debolezza degli organi corrispondenti, dapprima con gli inestetismi, per poi passare a sintomatologie più profonde fino a sfociare in malattie vere e proprie. Capire e ristabilire l’equilibrio emotivo può apportare un immenso sollievo, consentendo all’emozione di essere vissuta e liberata, portando benessere anche a livello fisico.
Trattare le cause emotive alla base dei problemi fisici può non solo alleviare i sintomi ma anche portare a una guarigione profonda e duratura.
Vediamo come le emozioni influenzano diversi organi:
- POLMONE: dolore, tristezza, disprezzo, paura della vita, depressione.
- CUORE: mancanza di gioia, bassa autostima, rifiuto, mancanza d’amore, eccessivo stress e tensione.
- MILZA/PANCREAS: preoccupazioni, attaccamento eccessivo, disorientamento, mancanza di dolcezza.
- STOMACO: delusione, disgusto, rifiuto.
- RENI: paura, conflitti, critica, delusioni, fallimento e vergogna.
- VESCICA: paura, impazienza, rabbia, difficoltà a lasciare andare.
- CISTIFELLEA: rabbia, orgoglio, amarezza.
- FEGATO: rabbia, critica, colpa, giustificazione, bugie.
- INTESTINO TENUE: tristezza, insicurezza, attaccamento al passato, sentirsi fuori posto.
- INTESTINO CRASSO: colpa, vergogna, delusione.
Esistono tantissime terapie olistiche e ognuna ha regole proprie. Tutte quante però hanno in particolare una cosa in comune: far raggiungere al paziente il benessere a livello globale, ognuna con un approccio proprio e specifico. Alcune tecniche sono più orientate al lavoro sul piano fisico, altre su quello emozionale e altre ancora su quello energetico e spirituale. Le discipline olistiche hanno alla base del loro sistema una ricerca atta a individuare le vere cause del problema, senza soffermarsi sul sintomo. La visione dell’energia è fondamentale, così come di rilevante importanza è l’aspetto spirituale, che sfocia nella meditazione, più o meno specializzata.
Più che di terapie olistiche risulta quindi fondamentale parlare di un approccio olistico alla persona, che non deve essere visto come esclusivo e lontano dalle metodologie di intervento della medicina tradizionale o “scientifica”. Innanzitutto, perché l’approccio di tipo olistico non è finemente terapeutico, cioè non si limita a curare il sintomo. Vi è anche una importante dimensione di prevenzione e un’altrettanto importante componente di conservazione e miglioramento dello stato di salute.
Inoltre, l’operatore olistico non si contrappone alla medicina tradizionale e non esclude le cure mediche necessarie per ogni tipo di patologia, ma si aggiunge alla ricerca di un equilibrio che possa migliorare lo stato generale della qualità di vita del paziente e lo supporti nelle cure mediche.
Quando si parla di “olistico”, non si può parlare di singole tecniche, ma di “arti intellettuali”, di “forme di pensiero”, questo perché per comprendere un determinato aspetto, alla base c’è un lavoro di ricerca che raccoglie aspetti fisiologici, psicologici, sociali, emozionali, comportamentali… Da qui deriva la “totalità” descritta nell’olismo. L’approccio olistico alla malattia vuole che non si consideri solo il disturbo che il paziente lamenta, considerato come sintomo, ma ciò che produce il sintomo, ovvero le cause della malattia, che vanno ritrovate nel mondo intero, generale, della persona, nelle sue relazioni con il complesso (l’insieme) di cui fa parte. Una volta individuata la causa primaria, potremo alleviare o risolvere il disturbo fisico a partire dalla sua origine e non dalla sua manifestazione.
Ma l’olismo non si applica solo alla concezione della persona, ma anche al tipo di intervento: per approccio olistico si intende infatti un intervento integrato, in grado di sfruttare i punti di forza di diverse discipline.
Un elemento di fondamentale importanza è la relazione: ci si prende cura della persona nella sua globalità e per fare questo è necessario sviluppare una capacità di dialogo, ponendo le giuste domande, ma soprattutto una capacità di ascolto. La persona ci offre importanti notizie sulle sue condizioni fisiche purché lo si sappia ascoltare. Inoltre, il paziente può fornire indispensabili informazioni se lo si osserva con attenzione: nel volto, nello sguardo, nei gesti, nella posizione del corpo, nel tono della voce. La persona, dunque, non risulta un soggetto passivo, ma deve essere coinvolta in modo attivo e collaborativo nella gestione della disfunzione, già a partire dalle prime fasi del suo iter. Deve essere motivata continuamente al mantenimento di un adeguato stile di vita. Occorre supportarla nello sforzo compiuto riconoscendo i progressi ottenuti.
Su questi principi si basa il mio lavoro: attraverso un’analisi attenta del sintomo ne andiamo a ricercare l’origine, per non ricadere negli stessi schemi che hanno portato alla situazione di malessere.
“Il medico del futuro non somministrerà medicine, ma coinvolgerà il paziente nella cura della struttura e delle funzioni dell’organismo umano, nell’alimentazione, nelle cause e nella prevenzione delle malattie”. (Thomas Edison)
Elisa Zaccaron, Naturopata e Counselor Integrativa, Operatrice Olistica
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