Potassio e Magnesio, il rapporto per il benessere

RAPPORTO POTASSIO MAGNESIO E BENESSERE
Stanchezza e affaticamento cronico, perdita di forza, crampi, aritmie, scarsa digeribilità, svuotamento gastrico rallentato, alvo alterno, disturbi dell’umore, irritabilità sono alcuni dei sintomi vaghi (MUS) che più frequentemente capitano e a cui diamo poco peso perché pensiamo che la causa siano dovute a momenti di stress o stanchezza…
Ma la risposta potrebbe invece essere legata ad una alterazione che riguarda il rapporto potassio e magnesio che può essere determinante nel causare squilibri nella conduzione nervosa che si possono manifestare con sintomatologie a carico degli apparati gastro-intestinale, cardiaco, nervoso e muscolare.
Il Potassio è coinvolto nella regolazione dell’equilibrio dei fluidi nel corpo. Aiuta a mantenere un corretto equilibrio di acqua all’interno e all’esterno delle cellule, ed è particolarmente importante per il funzionamento dei muscoli e del sistema nervoso. Contribuisce anche alla salute del cuore e dei vasi sanguigni, regolando il ritmo cardiaco e la pressione sanguigna. Inoltre, è coinvolto nel metabolismo dei carboidrati e nella sintesi delle proteine.
Il Magnesio è coinvolto in oltre 300 processi enzimatici nel corpo. È essenziale per la produzione di energia, contribuisce infatti alla riduzione di stanchezza e affaticamento, la contrazione e il rilassamento muscolare e il mantenimento dell’integrità delle ossa e dei denti. È anche coinvolto nella trasmissione degli impulsi nervosi e alla normale funzione psicologica.
Entrambi sono coinvolti nel metabolismo dei macronutrienti per la produzione di energia e per il corretto funzionamento del sistema immunitario svolgendo un ruolo nella produzione di anticorpi.
I due minerali sono importanti sia quando vengono visti singolarmente sia quando vengono analizzati insieme. Ripristinare o mantenere il corretto rapporto potassio/magnesio è pertanto essenziale per il buon funzionamento di tutti i sistemi e la sparizione dei sintomi sopra descritti.
Nello specifico:
• SISTEMA NERVOSO: il magnesio gioca un ruolo importante nella conduzione del Sistema Nervoso; la carenza di magnesio è un fattore di rischio ben noto per lo sviluppo di neuropatologie, tra cui la depressione: si è dimostrato che è possibile avere un recupero rapido (meno di 7 giorni) dai sintomi depressivi con l’assunzione di magnesio. Anche soggetti con traumi cranici, cefalea, ansia, irritabilità, insonnia, depressione post-partum, perdita di memoria a breve termine hanno avuto benefici. Recenti ricerche hanno dimostrato che un aumento delle concentrazioni di potassio extracellulare coincidano con fenomeni convulsivi e possano contribuire alla fisiopatologia di importanti disturbi neurologici, inclusi l’ischemia cerebrale e l’emicrania.
• SISTEMA GASTRO-INTESTINALE: una dieta carente in magnesio porta a ripercussioni a carico dell’apparato gastrointestinale che si manifestano con alterazioni della motilità del tubo digerente e che possono arrivare anche all’atonia del colon. La carenza di magnesio può indurre un significativo aumento dell’infiammazione intestinale e causare importanti modifiche funzionali negli organi locali e maggiore sensibilità allo stress ossidativo.
• SISTEMA MUSCOLARE: il potassio è essenziale per la conversione dello zucchero nel sangue in glicogeno; una riduzione dei depositi di glicogeno provoca l’aumento della fatica e della debolezza muscolare.
• SISTEMA CARDIOVASCOLARE: Potassio e magnesio sono utili nei disturbi del sistema cardiovascolare: le potenzialità di una dieta ricca di potassio di abbassare la pressione sanguigna derivano, almeno in parte, da un’attività che promuove l’escrezione renale di sodio e diminuisce l’impatto negativo di diete ricche di sodio (sale da cucina). Studi epidemiologici rivelano che un aumento dell’assunzione di potassio può ridurre il rischio di infarto e soprattutto ictus. Altre ricerche mostrano una relazione inversa tra pressione arteriosa e assunzione di potassio e tale effetto sembra essere maggiore nelle persone con ipertensione rispetto a soggetti con pressione sanguigna nell’intervallo di normalità. Anche il magnesio sembra esser utile nel trattamento dell’ipertensione: piccoli cambiamenti nei livelli di magnesio possono avere effetti significativi sulla eccitabilità cardiaca, sul tono vascolare, sulla contrattilità e sulla reattività del cuore. La maggior parte degli studi epidemiologici e sperimentali hanno dimostrato un’associazione inversa tra concentrazioni di magnesio e pressione sanguigna, tant’è che la supplementazione di magnesio è consigliata nei pazienti ipertesi che assumono diuretici, affetti da ipertensione resistente o secondaria.

Per assumere quantità adeguate di Potassio e Magnesio è importante seguire una dieta equilibrata che includa alimenti ricchi di questi minerali:
• alimenti ricchi di magnesio: essendo parte integrante della clorofilla, è ampiamente diffuso nei vegetali a foglia verde; alcuni esempi sono: bietola, cicoria, tarassaco, spinaci, radicchio, lattuga, rucola, soncino o valerianella ecc. Hanno ottime concentrazioni di magnesio anche i legumi, come fagioli, ceci, lenticchie e fave, alcuni semi oleosi (frutta secca) tipo noci, mandorle, nocciole, pinoli, pistacchi e i cereali integrali, soprattutto quelli che mantengono il germe.
• alimenti ricchi di potassio: oltre che in tutti gli ortaggi a foglia (quelli citati sopra per il magnesio), a fusto (come il sedano), a radice (come le carote), a frutto (come pomodori, zucchine, melanzane, cetrioli e peperoni) e a fiore (come i carciofi, i broccoli, i cavolfiori, le cime di rapa) abbonda anche nella frutta acidula e dolce come mele, pere, agrumi, prugne, pesche, albicocche, melone, anguria, melograno, kaki, fichi, fichi d’india ecc.
Magnesio e potassio sono contenuti abbondantemente negli alimenti non lavorati di origine vegetale ma, essendo sensibilmente presenti all’interno delle cellule animali, vengono forniti in buona quantità anche dalla carne e dal pesce.
L’eccesso di Potassio e/o Magnesio in condizioni di piena salute non può manifestarsi, né con la sola dieta, né con l’uso di integratori alimentari, questo perché l’organismo ne modula l’assorbimento e l’escrezione in maniera tale da garantirne livelli stabili nel sangue, può però comparire a seguito di condizioni patologiche, come ad esempio l’insufficienza renale, l’insufficienza di secrezione surrenalica, l’acidosi e la chetoacidosi metabolica o nei soggetti che seguono certe terapie farmacologiche, le quali possono compromettere il metabolismo di questi minerali.

In commercio ci sono un’infinità di prodotti con formulazioni diverse che contengono i due minerali. Alcune hanno delle particolarità che rendono i loro potenziali d’azione sulla membrana cellulare immediatamente fruibili con benefici moltiplicati.

Elisa Zaccaron, Naturopata e Counselor

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