Il ruolo degli ormoni nei processi di invecchiamento è cruciale: rappresentano il direttore d’orchestra delle cellule e sono indispensabili al loro funzionamento.
Nel corso della vita l’individuo produce sempre meno ormoni. L’inquinamento, la cattiva alimentazione, la sedentarietà, un consumo eccessivo di zuccheri, o di dolcificanti, l’alcool, il fumo, le infezioni da virus, batteri e parassiti producono tossine che distruggono progressivamente il tessuto dei nostri organi endocrini e riducono la produzione di ormoni.
Ma la causa principale del calo della produzione ormonale è l’inevitabile invecchiamento delle ghiandole stesse. Le cellule morte non vengono sostituite, e quelle rimanenti, gravate dalle tossine che si accumulano, potranno portare ad un rallentamento nella produzione nonché una diminuzione dell’attività dei singoli ormoni.
Questi processi coinvolgono tutti gli individui.
In passato la tendenza era quella di analizzare solo le carenze ormonali eclatanti e di attendere di fronte quelle borderline. Ora si studiano anche le carenze borderline, soprattutto nei casi in cui si presentino sintomi evidenti.Lo scopo è quello di prevenire l’invecchiamento prematuro e l’aggravarsi di tali carenze.
I Fitormoni, cioè gli ormoni contenuti in alcune piante, aiutano i nostri ad essere attivi più a lungo.
Non vi è un’età precisa in cui cominciare i trattamenti fitormonali destinati a migliorare la qualità della vita e prolungare la longevità. A partire dai 25 anni ha inizio una forma moderata di invecchiamento che si rende più manifesta verso i 40-50 anni. Ora abbiamo i mezzi per combattere la maggior parte dei sintomi che accompagnano le carenze ormonali.
Gli estratti di alcune piante infatti possono modulare il rilascio o l’effetto dei principali ormoni prodotti dall’organismo, in particolare degli ormoni steroidei come estrogeno, progesterone, pregnenolone, DHEA, cortisolo e testosterone, degli ormoni tiroidei, dell’ormone della crescita (GH), della prolattina e dell’ossitocina, solo per citarne i principali.
L’azione delle piante sulla produzione ormonale si manifesta grazie al fatto che la gran parte della molecola è uguale a quella prodotta dal nostro organismo e va a stimolare (soprattutto per gli ormoni steroidei) la conversione del COLESTEROLO negli ormoni che servono al corpo, di fatto modificando in meglio la quantità di colesterolo totale.
In effetti il colesterolo, essendo il “papà” di tutti gli ormoni steroidei, dopo una certa età viene trasformato in misura minore dalle ghiandole endocrine e quindi lo troviamo in concentrazioni maggiori quando facciamo le analisi.
Il colesterolo svolge funzioni utili. E’ presente in tutte le nostre cellule ed il nostro cervello ne contiene quantità elevatissime, altrimenti non potrebbe funzionare.
Il colesterolo “buono” (HDL) tiene libere le nostre arterie e ci preserva dal danno aterosclerotico. Non diamo colpa alle uova o alla carne grassa se vediamo aumentare il nostro colesterolo totale, ma valutiamo quante volte introduciamo carboidrati raffinati e zuccheri durante la giornata. Infatti l’alimentazione ha il suo peso nel mantenimento della secrezione ormonale ad ogni età, riducendo l’insorgenza di sindrome metabolica o di malattie derivanti dalla resistenza insulinica.
Inoltre la giusta attività fisica è un fattore indispensabile per aumentare la nostra produzione di serotonina, migliorare l’umore e mantenere nel tempo ossatura e muscolatura efficienti per vivere una vita più serena e in perfetta forma.
Appunti di lezione ANTIAGING 2007 Ospedale Niguarda, Milano
Giuliana Cossettini, PhD., ricercatrice