Si parla spesso di genetica ed epigenetica, a volte non comprendendo appieno questi due termini.
Per genetica si intende l’imprinting che ci è stato donato dai genitori e dai nonni attraverso le varie discendenze, e che si manifesta diversamente nel corpo di ciascuno, compresi i gemelli. Questo imprinting di base, che la Medicina Tradizionale Cinese chiama “pozzo di energia ancestrale”, che è depositato nei Reni, piano piano viene consumato durante la vita e va continuamente alimentato in modo positivo con la corretta alimentazione, il respiro, il riposo, l’attività fisica adeguata, il buon pensiero.
L’epigenetica è proprio l’impatto delle esperienze di vita su di noi e degli strumenti che abbiamo a disposizione, appunto l’alimentazione, il respiro, l’attività fisica, il riposo, il buon pensiero, sulla modifica in positivo o in negativo delle nostre cellule, che si rinnovano ad ogni istante del giorno e della notte con una circadianità ormonale derivante dagli strumenti sopra citati.
La vita si trascina in un susseguirsi di cose da fare, tra lavoro, svago, cibo, ecc. senza vere e profonde modifiche, se, a tratti, non si presentano delle esperienze importanti che ci modificano per sempre proprio perché causano una metamorfosi profonda. Accoglierle in modo dinamico, anziché subirle, modifica le capacità delle nostre cellule di rispondere alla sfida e fare nostra la capacità di essere più forti.
Mettere a fuoco gli avvenimenti a livello della coscienza fa sì che le cellule modifichino la propria espressione genica. Il nostro cervello recepisce l’avvenimento, lui è uno specchio, si potrebbe definire una matrice cibernetica ed elettronica che in effetti rispecchia il mondo esterno, ma lo ricostruisce.
Il cervello è un anticipatore e un costruttore e lo fa continuamente, perché il mondo è così complicato e pieno di informazioni, che altrimenti noi soccomberemmo.
Attraverso l’ipotalamo e il Sistema Nervoso Autonomo (SNA), nonché l’espressione genica delle singole cellule, noi abbiamo un bagaglio di esperienze passate, un cervello proiettato sempre verso il futuro, e camminiamo come ombre sul presente.
Appunti da un seminario del Dr. Beppe Rocca (visibile su youtube)
a cura di Giuliana Cossettini, PhD., ricercatrice