Così diceva Renzo Arbore anni addietro nella pubblicità di una nota birra, che nel frattempo è cambiata, come tutte le bevande ed i cibi sempre più industrializzati.
La meditazione, come la conosciamo o crediamo di conoscerla, sta nel fare o non fare un determinato compito attraverso l’attenzione della mente allo stesso.
Non si tratta di varcare i cancelli del cosiddetto sé superiore, ma semplicemente di concentrarsi nell’atto. In questo contesto è del tutto inutile e secondo me fin dannoso, separare il corpo dalla mente, perché sono un’unica entità, e la gioia che si raggiunge attraverso il sentire il corpo, il respiro, e concentrarsi su ciò che si sta facendo, è impagabile.
Inoltre non è necessario per forza di cose avere un luogo specifico o delle condizioni particolari per meditare, anche se inizialmente questo aiuta a staccarsi dalla routine quotidiana, ad avere un attimo di pace e tranquillità in una giornata frenetica e colma di impegni, e a regalarsi uno spazio abitativo accogliente dove potersi rilassare e concentrare meglio.
E’ invece necessario non avere pensieri altri oltre all’attenzione su ciò che stiamo facendo.
Si può meditare benissimo anche lavando i piatti, o pulendo la casa, o cucinando, o facendo giardinaggio, se l’ambiente è sereno, non ci sono fonti di disturbo (radio, TV, cellulare) e ci immergiamo completamente nel gesto che compiamo, non solo il lavoro riuscirà meglio, ma saremo totalmente soddisfatti e rilassati nonostante la fatica.
Un’altra bellissima meditazione è durante l’attività fisica, ma se il gesto ripetuto diventa routine, la mente stacca dal corpo la sua attenzione pensando ad altro: avete notato come questo possa portare a degli strappi muscolari o altro che il corpo fa per richiamarci all’attenzione?
Lo sport è nato dal desiderio di esprimere aspirazioni diverse dell’uomo:
– manifestare al più alto grado le potenzialità fisiche del nostro organismo;
– esaltare la bellezza e la grazia dei movimenti;
– soddisfare un desiderio di salute, cioè vivere “bene” e vivere “a lungo”.
Il gesto del movimento corporeo, pensato ed eseguito con tutta l’attenzione e l’intenzione, diventa bellezza e si espande nel mondo. Il corpo vigile attraverso la mente potrà dare il meglio di sé e questo si vedrà riflesso nei nostri gesti, nelle nostre parole, nel nostro atteggiamento, nella nostra postura. Come dicono i medici che utilizzano la ginnastica cinese del Qi Gong (Chi Kung) il gesto è perfetto quando esprime la bellezza, rappresentando la manifestazione di un corretto equilibrio psichico. La bellezza e la salute per l’oriente coincidono.
La danza è una sintesi tra la disciplina sportiva ed il fenomeno artistico, si avvale della musica, dei costumi, della scenografia, “vere e proprie arti”, per esprimere, attraverso il movimento, la sensibilità e la creatività dell’uomo. Personalmente ritengo che la danza sia la meditazione più bella che si possa fare. Individuale, collettiva, senza competizione se non solo con sé stessi per migliorare e godere del gesto in sé.
Gli artisti che si immergono totalmente nella propria opera entrano e rimangono in uno stato di “flow” per ore ed ore. Questo fa sì che il loro cervello raggiunga delle onde di soddisfazione e di rigenerazione, che integrano tutto il sistema nervoso centrale e periferico, attraverso l’attivazione della coerenza cardiaca (HRV), inoltre vengono secreti i giusti ormoni da parte del corpo e tutto ne beneficia.
E allora, spegnete al TV, il cellulare e le discussioni senza valore, il chiacchiericcio mentale e respirate qualche minuto dolcemente e coscientemente per entrare in contatto con il corpo, e … Meditate, gente, meditate!
Giuliana Cossettini, PhD., Ricercatrice