Gravidanza e allattamento

LA GRAVIDANZA

La gravidanza è un periodo molto importante, che getta le basi della salute dell’individuo che nascerà, e persino quello dei suoi figli. Il livello dei nutrienti presenti nel sangue materno in arrivo alla placenta inducono la formazione dei diversi organi del feto in fase di gestazione. E’ per questo che la madre deve essere il più possibile protetta da troppi stress e alimentarsi in modo sano, completo ed equilibrato. Per esempio, la carenza di proteine animali (uova, carni, pesci) intorno alla 23-26ima settimana o verso il termine della gravidanza può provocare dei danni alle cellule cerebrali del feto, che si traducono in ritardi psico-sensoriali, o cretinismo. Così come gli acidi grassi essenziali, nello specifico EPA e DHA, derivati dagli stessi alimenti e dai semi oleosi come noci e semi di lino, sono indispensabili per la formazione delle membrane cellulari, soprattutto cerebrali. Ormai lo sappiamo che le cellule del nostro cervello sono composte principalmente di grassi e colesterolo, importantissimi per la nostra intelligenza.

L’ALLATTAMENTO
Dal sito del Dott. Speciani, immunologo e allergologo, si legge:
“Ormai il latte materno è considerato a pieno titolo il cibo perfetto per ogni cucciolo. Una valanga di lavori scientifici ha documentato l’importanza fondamentale dell’alimentazione esclusiva con latte materno, almeno per i primi sei mesi di vita del cucciolo d’uomo (raccomandazione ufficiale dell’Accademia Americana di Pediatria), con effetti macroscopici sulla salute futura del bambino che – se allattato al seno – risulta più protetto dal punto di vista immunitario, dalle malattie cardiovascolari, dai problemi di crescita, dall’obesità, dai danni neurologici ecc.”

E non solo, il latte materno contiene i bifidobatteri così importanti per il bambino in formazione, perchè preparano il suo apparato digerente e il suo sistema immunitario alla crescita e all’incontro con le relazioni ambientali, cibi compresi.
Ricordiamo che i bifidi vengono prodotti dalle cellule del seno della madre soltanto per suzione, quindi il bambino deve essere allattato al seno per poterli ottenere. Il prelievo dello stesso latte con metodi meccanici non fornirà dunque i bifidobatteri. Questi recenti studi, di cui il dr. Luciano Lozio è un punto di riferimento basilare, hanno portato la ricerca molto più avanti, fino a definire nei primi 1000 giorni il periodo di compimento reale del bambino, dal momento del concepimento all’età di circa due anni.

Se analizziamo la composizione quali-quantitativa del latte materno possiamo subito mettere in evidenza alcune peculiarità che lo contraddistinguono, come ad esempio:
– il contenuto in acqua (87%), sufficiente a garantire una perfetta idratazione al neonato (a cui serve il 13-15% del proprio peso in acqua ogni giorno, contro il 2-4% nell’adulto)
– il residuo fisso, ovvero la quantità di sali minerali, che dev’essere contenuto per facilitare l’escrezione renale del neonato
– una ripartizione calorica dei macronutrienti del tipo 40-10-50 (carboidrati, proteine, grassi)
– la presenza di proteine ad altissimo valore biologico (cioè ricche di un mix completo di aminoacidi essenziali)
– la sua freschezza (è secreto al momento, e mai a lungo accumulato o immagazzinato)
– un profilo aminoacidico ideale per la crescita nervosa, diverso da quello di altre specie, e – per lo stesso motivo – una quantità di colesterolo una volta e mezzo superiore rispetto al latte vaccino
– un profilo lipidico, ricco di omega 3 e di acido oleico, molto diverso rispetto al latte vaccino, che ne è privo
– una grande quantità di vitamine idro e liposolubili importantissime per la crescita del bambino
– un profilo zuccherino che prevede, oltre al lattosio, una gran quantità di molecole favorenti l’attecchimento intestinale della flora batterica ospite naturale simbiotica
– il contenuto di una certa quantità di leptina e di insulina per la modulazione delle risposte energetiche e metaboliche.

Anche in presenza di carenze alimentari della madre, il latte tende a non cambiare la propria composizione qualitativa. Il neonato è dunque protetto (a spese della madre) nella sua crescita.
La risposta immunologica tra bimbi allattati al seno o con latte artificiale è talmente diversa che i testi universitari (Bartolozzi-Guglielmi, Pediatria, 2009) suggeriscono una valutazione diversificata dei dosaggi vaccinali.
Alcuni autori si sono spinti a considerare il latte materno addirittura come un “tessuto”, tante sono le funzioni che svolge all’interno dell’organismo. In quest’ottica è chiaro che l’assunzione di latte artificiale può rappresentare un insulto immunologico simile a quello di un trapianto. Ma le notizie sorprendenti non finiscono qui.
In un neonato pretermine, che ha quindi esigenze diversificate rispetto al neonato a termine, il latte della madre si modifica! Il dato sembra stupefacente, ma è così: il contenuto proteico si alza del 15% e quello lipidico del 30%, adattandosi alle maggiori richieste plastiche ed energetiche del bimbo.
Ancora sorprendente è il fatto che il latte si modifichi nella sua composizione nel corso della giornata. Al mattino il contenuto di grassi è più alto, mentre si riduce la sera.
Ogni mamma inoltre si sarà accorta del fatto che la composizione varia anche nel corso della poppata: latte più acquoso e trasparente ad inizio pasto (funzionalmente equivalente in un adulto ad un inizio pasto con frutta o verdura) e latte più denso e cremoso verso fine poppata”.

L’imprinting nutrizionale dalla nascita governerà la flora intestinale durante tutta la vita. E se pensiamo che la flora batterica intestinale pesa più di un qualunque nostro organo (oltre 2 kg), comprendiamo perché sia così importante.
Il bambino nasce con l’apparato gastrointestinale sterile. Il tipo di allattamento con latte materno darà una colonizzazione con bifidobatteri, mentre il latte artificiale porta ad una colonizzazione prevalente di batterioidi, cocchi e batteri con componente anaerobica e più proteolitica. Nel corso dei primi anni di vita la flora intestinale varia notevolmente, poi si stabilizza nell’adulto.
L’input esterno che arriva da piccoli è una memoria importante.
In caso di flora intestinale ottimale i livelli di IgA aumentano. Il Malt, o sistema immunitario delle mucose, con l’aumento delle IgA grazie al Lactobacillus acidophilus, mantiene in buono stato la mucosa. La microflora simbionte occupa le nicchie ecologiche, produce vitamine B1, B2, B6, B12, PP, H, K, ac. Pantotenico e ac. Folico, opera la deconiugazione degli acidi biliari e il metabolismo degli ormoni steroidei.
Pertanto lo stato intestinale riflette la buona funzionalità ormonale.

Inoltre l’ossitocina, ormone naturalmente secreto durante il travaglio ed il parto, favorisce la contrazione della muscolatura liscia delle mammelle per l’eiezione del latte. Questo ormone detto anche “l’ormone delle coccole” possiede la capacità di regolare i comportamenti sociali, sessuali e materni. Forma un legame emotivo tra la madre ed il bambino, e dona un equilibrio psicofisico derivante dal contatto bocca-seno.

LO SVEZZAMENTO

Il passaggio graduale dal nutrimento liquido a quello solido viene indicato come “svezzamento” e risponde a precise esigenze psicofisiche del bambino, alla raggiunta maturazione del suo sistema enzimatico, alla comparsa dei denti, alla capacità di rimanere seduto ed all’ accorciamento del periodo di sonno.

QUANDO INIZIARE ?
Il momento per iniziare lo svezzamento è assolutamente individuale e va quindi determinato in base alle esigenze specifiche di ogni bambino. Un passaggio lento e graduale è la miglior salvaguardia per un corretto svezzamento perché da modo al bambino di elaborare fisicamente e mentalmente ogni novità. La gradualità ha il vantaggio di preparare la flora batterica del canale digestivo in modo da permettere l’ assimilazione dei nuovi alimenti. E’ importante sapere che fino al 6 mesi gli enzimi prodotti non sono maturi, cioè non sono ancora in grado di aggredire e scomporre i cibi per permettere all’ organismo di utilizzarne i principi nutritivi. Questo perché all’inizio l’organismo del bambino produce in quantità sufficiente un solo enzima, la lattasi, adatto alla scomposizione del lattosio. Se prima dei sei mesi si introducono, in linea di massima, cibi diversi dal latte, lo stomaco deve compiere un lavoro per il quale non è ancora adatto e possono insorgere intolleranze ed allergie alimentari. Il neonato ed il suo organismo si devono abituare ai nuovi cibi perciò introdurre un alimento per volta per verificare la risposta del piccolo sia rispetto al gusto che all’eventuale reazione alla sostanza. All’inizio le pappe saranno molto liquide in analogia con la densità del latte materno o artificiale e col tempo si faranno sempre più dense.

COME SCEGLIERE GLI ALIMENTI
Lo svezzamento è una tappa importante nello sviluppo emotivo che porta il piccolo a scoprire gradualmente il mondo e con esso i suoi sapori e profumi, a diventare sempre più autonomo dalla mamma. Per questo motivo è importante scegliere cibi freschi, vitali e non elaborati. Alimenti il più possibile integri nelle loro caratteristiche nutrizionali, dotati di un’elevata qualità biologica e consumati nella forma più simile a quella presente in natura. Per cui solo saltuariamente utilizzare cibi sterilizzati poiché il processo di sterilizzazione uccide non solo i germi patogeni ma anche i microrganismi utili al nostro organismo. Utilizzare solo frutta e verdura di stagione, che offre il massimo dal punto di vista nutrizionale ed energetico.

a cura dello staff IGEASTUDIO Udine

Foto di sam moody da Pixabay

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