Le allergie si verificano quando il sistema immunitario produce una reazione difensiva esagerata, inappropriata e dannosa contro una sostanza estranea percepita come dannosa, anche se apparentemente innocua per l’organismo.
Le allergie sono una condizione dinamica, non statica. Così come il corpo umano non rimane lo stesso dalla nascita alla morte, lo stesso vale per le allergie, che possono cambiare nel tempo a causa di una serie di fattori, tra cui alcuni potenzialmente controllabili e altri che non dipendono da noi. Le fluttuazioni delle allergie possono avvenire sia in senso positivo che negativo. È infatti possibile che con il passare degli anni emergano nuove allergie o che la gravità di quelle esistenti peggiori, ma i sintomi allergici possono anche diminuire e/o scomparire completamente.
La scienza non ha ancora confermato con assoluta certezza le cause delle allergie e perché alcune persone le sviluppano, mentre altre no, ma molte fonti concordano su tre potenziali fattori implicati nei fenomeni allergici:
- Sistema immunitario: dal momento che le allergie costituiscono una risposta del sistema immunitario, la condizione di quest’ultimo può influenzare lo sviluppo e/o la gravità delle allergie.
- Fattori genetici: lo sviluppo di allergie è probabilmente parzialmente determinato dal patrimonio genetico. Il termine “atopia” si riferisce alla tendenza genetica a sviluppare malattie allergiche come rinite allergica, asma e dermatite atopica.
- Esposizione: lo sviluppo di allergie è subordinato all’esposizione a un allergene. È logico, quindi, che l’ambiente in cui viviamo e gli allergeni presenti in esso influiscano sullo sviluppo delle allergie. Tuttavia, a livello scientifico non è ancora chiaro se l’esposizione sia utile o dannosa. L’esposizione ripetuta potrebbe aiutare alcune persone a sviluppare anticorpi antiallergici (e quindi tolleranza) contro un dato allergene. Tuttavia, per altre persone, evitare completamente l’allergene potrebbe essere meglio, in quanto impedirebbe loro di sviluppare l’allergia fin dal principio.
Dal momento che il sistema immunitario e l’esposizione influiscono sulle allergie, è chiaro che l’alterazione di questi fattori può portare a delle variazioni dei disturbi.
Il sistema immunitario cambia di continuo adattandosi agli agenti estranei, respingendo i nemici noti, e anche sviluppando o superando eventuali intolleranze. Inoltre, i fattori che possono danneggiare o rafforzare il sistema immunitario sono innumerevoli. Ad esempio, le alterazioni dell’apparato digestivo possono influire sulle risposte immunitarie e portare allo sviluppo di allergie alimentari.
L’età è un altro probabile indiziato: in alcuni casi i bambini superano le allergie con la crescita, mentre in altri le persone anziane le possono sviluppare a causa dell’invecchiamento del sistema immunitario.
C’è chi sostiene che lo stress può influire sul sistema immunitario, influenzando le allergie per via indiretta. Altri suggeriscono invece che, nonostante lo stress non sia in realtà una causa diretta di allergia, possa certamente peggiorare questo tipo di condizione, a causa del rilascio di ormoni e istamina, che amplificano i sintomi allergici.
Analogamente, l’aumento di peso e l’obesità purtroppo spesso influenzano il sistema immunitario, con conseguente peggioramento del livello di controllo dei sintomi allergici e asmatici. Infine, il sistema immunitario può alterarsi in relazione alle variazioni ormonali, infatti, la gravidanza, la menopausa e la pubertà sono state messe in relazione a cambiamenti delle allergie.
Poiché l’esposizione svolge un ruolo importante nelle allergie, sperimentare ambienti diversi può portare a cambiamenti dei fenomeni allergici. Ad esempio, in occasione di un viaggio all’estero si possono incontrare nuovi allergeni e sviluppare sintomi allergici mai sperimentati prima. Allo stesso modo, una motivazione comune per cui si acquisiscono nuove allergie stagionali è il trasferimento da una regione geografica a un’altra. Ogni luogo presenta infatti un mix unico di vegetazione, con conseguente aumento di alcune allergie e diminuzione di altre.
A livello psicosomatico, l’allergia esprime il tentativo inconscio di “bloccare” elementi sentiti come pericolosi e perturbanti al fine di proteggere sé stessi. Ci sono infatti situazioni personali o professionali verso i quali il soggetto allergico si sente vulnerabile e, per questo motivo, la sua reazione fisica è quella di difesa (reazione allergica). Può essere una situazione attuale o una situazione del passato che bussa alla porta del presente e pretende di essere vista, ascoltata, capita e la persona fa qualunque cosa per allontanarla (è allergica a quella situazione del passato e non la vuole proprio accettare).
Le persone più a rischio di sviluppare una o più allergie sono:
- Chi ha avuto o ha tutt’ora un rapporto conflittuale, complesso o ambivalente con la propria madre e/o con il proprio padre;
- Chi ha un forte senso morale, innato o acquisito dall’educazione della propria famiglia;
- Chi ha difficoltà a sfogare la propria rabbia e aggressività;
- Chi è “reattivo” nei confronti della vita, in un perenne stato di allerta per paura che succeda qualcosa;
- Chi ha difficoltà a entrare in contatto con la propria parte più intima, anche a livello sessuale.
Per migliorare o tenere sotto controllo le allergie è quindi importante:
- Mantenere una flora intestinale in equilibrio: questo permette di avere un corpo più efficiente e meno predisposto a cedimenti da fattori di stress esterni così da sostenere il sistema immunitario;
- Integrazione periodica e ciclica di antistaminici naturali, mucolitici, epatoprotettori e vitamina C. Per le allergie stagionali iniziare con la prevenzione almeno un paio di mesi prima della stagione dei pollini;
- Alimentazione: durante i periodi di crisi, o ciclicamente durante l’anno, seguire un’alimentazione depurativa e antinfiammatoria, priva di cibi liberatori di istamina o che creano muchi.
Dal punto di vista psicosomatico la persona con allergie può migliorare i propri sintomi se:
- impara a confrontarsi consapevolmente con ciò che evita e teme entrando in maggior contatto con le proprie paure;
- dà sfogo alla propria aggressività e “irritazioni” attraverso una periodica attività sportiva e/o una serie di altre attività come la pratica della mindfulness, la meditazione e lo yoga;
- impara a dare spazio a sé stessa, dedicandosi del tempo per ciò che la fa stare bene;
- si riconcilia con il proprio “sabotatore” interno, imparando a riconoscere le proprie paure, accettandole senza giudizio o senso di colpa;
- si pone alcune domande di riflessione sul proprio disturbo psicosomatico.
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Elisa Zaccaron, Naturopata
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