Approccio psico-neuro-endocrino nella floriterapia
Molti ricercatori di ampie vedute sono convinti che pensieri ed emozioni possano interagire con i nostri geni, influenzando la nostra salute e forse anche la salute delle persone che ci stanno vicine.
La conoscenza cambia il nostro modo di pensare, il nostro modo di pensare cambia le nostre abitudini, le abitudini cambiano il nostro stile di vita, lo stile di vita cambia il modo in cui funzionano i geni.
I nostri pensieri non sono solo astratti, ma sono in pratica dei campi elettromagnetici basati su emozioni e informazioni.
E’ stato dimostrato come i nostri pensieri influenzano il più intimo livello della nostra biologia, cioè il nostro DNA.
In accordo con i recenti sviluppi nelle conoscenze della Psico-neuro-endocrino-immunologia, il corpo umano, oltre alla sua struttura chimica, può essere interpretato anche come un sistema bioelettrico-magnetico.
All’interno della grande varietà di possibili trattamenti biomagnetici, uno dei più diffusi è rappresentato dalla Floriterapia. La floriterapia, è una terapia vibrazionale che cura in base non a un principio chimico o a una sostanza materiale, ma grazie a una carica energetica.
Si ritiene che in ciascuno di noi vi sia una parte spirituale, libera e pura, che conosce il corretto cammino evolutivo che la persona dovrebbe seguire e che egli chiama Anima o io Superiore. Accanto a essa, vi è un’altra struttura psichica che definisce Personalità, che determina il modo di ragionare, comportarsi e agire.
La malattia spirituale subentra quando la personalità per varie ragioni e in modi diversi, si allontana dal cammino per lei previsto dall’anima, da qui la necessità dei diversi ‘correttivi’ rappresentati dai fiori.
In uno stato d’animo o a un umore negativo l’essenza dei fiori ripristina il contatto tra l’anima e la personalità.
Meccanismi d’adattamento della psiche
Con il termine “emozioni” si intende l’insieme dei nostri sentimenti, dei nostri stati d’animo e delle loro espressioni comportamentali, vegetative ed endocrine, arrivando a coinvolgere tutte le condizioni negative e positive dell’animo umano, dalla paura e dall’ansia fino all’amore e alla felicità.
La sede fisica dove sorgono le emozioni é stata probabilmente individuata nelle strutture del sistema limbico, nell’ipotalamo, nelle aree limbiche mesencefaliche e nel lobo frontale.
La condizione interiore di un essere in un determinato istante risulta quindi dall’interazione tra il proprio bagaglio genetico di reazioni e istinti con l’influenza dei fattori ambientali esterni, che modificano continuamente l’equilibrio fisiologico, filtrati e mediati in modo variabile dalla soggettività delle reazioni emozionali.
L’essere umano è condizionato moltissimo dall’ambiente esterno, soprattutto dagli stimoli psichici derivanti dalle interazioni con gli altri individui, con il gruppo o con le strutture sociali cui appartiene.
Questi fattori assumono un’importanza determinante nel modificare l’omeostasi interna dell’organismo, (cioè il suo equilibrio ormonale) tanto che la reazione emozionale a questi stimoli può essere considerata il nucleo fondamentale che caratterizza l’insieme delle reazioni di adattamento all’ambiente.
L’emozione può essere considerata, sia come meccanismo di adattamento ed elemento d’integrazione tra l’organismo e l’ambiente, sia come fattore eziopatogenetico responsabile di molte malattie somatiche o psicosomatiche.
Le emozioni sono complesse miscele di stati fisiologici e sequenze mentali che si fondono con il pensiero e influenzano la totalità della psiche e del fisico, modificando il senso di benessere.
Il ruolo degli ormoni nel determinare le emozioni
Il sistema endocrino, uno dei più importanti sistemi difensivi e adattativi dell’organismo, è il mezzo principale che il nostro organismo sfrutta per adattare l’organismo rapidamente ed in modo preciso alle variazioni dell’ambiente, sia in condizioni di normale funzionamento sia in condizioni d’emergenza. di ogni natura, sia fisiche sia emozionali.
L’attività di questo sistema è complessa.
L’emozione può essere vista sotto i due aspetti psichico e biochimico inscindibilmente fusi in un’armonia tra pensiero e organismo che non ci è dato di conoscere completamente.
Malumore e depressione, il non riuscire a dare un senso alla vita, alla famiglia e al lavoro, l’avere tutto ma non godere più di nulla, la mancanza di entusiasmo e il cattivo umore sono inequivocabili segni di carenze ormonali.
Chi si alza con la luna storta al mattino è in carenza di ormoni tiroidei.
Idem dicasi per chi è troppo attivo per tutto il giorno e poi si lamenta di essere stremato.
In entrambi i casi si tratta di modalità depressive da attribuire alla ghiandola tiroidea, che si è indebolita. Riequilibrandola si evita di assumere antidepressivi.
Chi si sente sempre un poco triste, senza interessi e si sottovaluta da sola è in mancanza di ormoni sessuali, sia estrogeni (femminili) sia testosterone (maschile).
Nel cervello della donna il testosterone viene trasformato in estradiolo, l’ormone con il più grande potere antidepressivo. Un poco di testosterone è comunque necessario alla donna per la tenacia, la resistenza allo stress, l’autorità e l’audacia, nonché a tenere saldi i tessuti. Mentre l’estradiolo stimola l’allegria e l’ottimismo. L’estradiolo, come certi antidepressivi, blocca le MAO (mono-ammino-ossidasi), enzimi del cervello che eliminano troppo rapidamente i neurotrasmettitori che stimolano il buon umore.
Infatti, chi avverte impulsi suicidi manca di estradiolo.
Depressione maschile è da imputare alla carenza di testosterone.
Perdita del desiderio sessuale e della gioia di vivere: manca il DHEA.
Rinunciare subito al minimo inconveniente ed essere pessimisti: manca cortisolo.
Appena si sta in piedi crolla l’umore? Manca aldosterone
Un malessere costante, essere mogi e senza resistenza: manca EPO, il ferro.
Sentirsi fragili e le difficoltà fanno precipitare in profonde depressioni? Manca GH
Depressi senza nessuna evidenza di carenze ormonali: manca complesso Vitaminico B (tipico in alcolisti, fumatori, anziani, donne che assumono la pillola)
E anche:
– troppo o poco calcio
– troppo o poco magnesio
– poco rame, zinco e ferro
– poco litio (usato per le depressioni bipolari e nelle depressioni maniaco-depressive)
Appunti di lezione del Congresso di Medicina Biointegrata, Roma 2009
Giuliana Cossettini, PhD., ricercatrice