Intolleranze alimentari: novità negli studi 2023

Di intolleranze alimentari si parla ormai da decenni, e molte modalità di rilevamento e diversi approcci per risolvere la problematica si sono utilizzati in tutti questi anni, purtroppo però nessuno aveva capito come mai i sintomi si ripresentano e a volte peggiorano.

Nonostante il grande lavoro sul microbioma intestinale, sulle citochine antinfiammatorie, sulle diete a rotazione, sull’esclusione forzata per alcune settimane di determinati cibi, e con tutto ciò che questo comporta sia a livello di attenzione, di dispendio energetico ed emozionale (il nostro stomaco è un luogo molto emozionale), nonché di denaro, cercavamo l’anello mancante, e finalmente è stato trovato.

Diverse persone che per composizione corporea o per età hanno riscontrato soprattutto nel cambio stagionale le recidive di una digestione difficile, con acidità o gonfiori di pancia e di stomaco, mal di testa, annebbiamento post prandiale, abbiocco, stipsi alternata a diarrea, aumento dei dolori, naso che cola, broncocostrizione, reazioni pseudo allergiche, tachicardie, disordini del sonno e difficoltà cognitive, hanno bassi livelli di idratazione cellulare, alti livelli di gonfiamento della matrice extracellulare per fare spazio all’istamina che si deposita nei tessuti e nella sostanza fondamentale e non riesce a liberarsi, e il loro stress system viene depauperato di energia ogni giorno che passa.

Purtroppo e anche in mancanza di sintomi eclatanti, l’accumulo di questa sostanza nella matrice extracellulare può causare moltissimi disagi fino a malattie neuroinfiammatorie e depressione maggiore.

L’istamina è sia introdotta con diversi cibi, sia endogena.

Il direttore d’orchestra principale di tutta la faccenda è il recettore H1 (uno dei 4 recettori dell’istamina), che ha attinenza con la nostra corteccia prefrontale e comanda gli altri 3.

Cosa si può fare?

Nella nostra struttura siamo attrezzati con macchinari medici d’avanguardia e soprattutto non invasivi, che sono in grado in pochissimi minuti di rilevare non solo lo stato del sistema nervoso autonomo e della composizione corporea stessa, ma anche della corteccia prefrontale, potendo così indagare quali sono i cibi che sottraggono energia al cervello e di cui dovremo liberarci del tutto o ridurre le introduzioni fino allo svuotamento delle sacche acide nella matrice.

Per questa operazione di pulizia è necessario entrare in un percorso che prevede una serie di attenzioni dietetiche specifiche per ognuno, un lavoro integrato di respirazione e recupero dei ritmi biologici, un intervento nutrizionale sui processi enzimatico-metabolici, un’attività fisco motoria nella finestra oraria corrispondente alla circadianità, con un monitoraggio costante che i nostri operatori sono in grado di fornire.

Per ulteriori informazioni:

Elisa Zaccaron, Naturopata, Counselor

Cell. 345 455 2445    mail: elisaz.naturopata@gmail.com

A cura di Giuliana Cossettini, PhD., Ricercatrice

Foto di Jessica Ruscello su Unsplash

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