Il sole sulla pelle

TUTTO IL BUONO DEL SOLE SULLA NOSTRA PELLE

Oggigiorno se si parla di sole scatta subito un campanello d’allarme: l’attenzione si sposta tutta sugli aspetti pericolosi e raramente si parla invece dei benefici del sole.
Fino agli inizi del ventesimo secolo avere una pelle particolarmente scura, consumata dal sole, aveva una connotazione negativa, era una caratteristica di chi trascorreva molte ore nei campi come i contadini, oppure di chi faceva un mestiere come il manovale. Le persone abbienti, soprattutto le donne, conservavano una pelle candida e con guanti e ombrellini che riparavano dai raggi solari. Tutto cambiò nel 1923, quando al ritorno da una vacanza in Costa Azzurra, la stilista Coco Chanel si presentò nel suo atelier con una pelle dorata. La tintarella divenne così un segno di eleganza, di privilegio, di possibilità di frequentare mete esotiche: inseguita, ricercata e desiderata fino al punto di mettere in pericolo la propria salute. Pur di avere un colore invidiabile in molti sono disposti a contravvenire a qualsiasi norma di buon senso, come evitare di esporsi al sole nelle ore più calde o avere cura di abbronzarsi gradualmente. Tutte le campagne degli ultimi anni che invitano alla precauzione, ad esporsi al sole in maniera consapevole, facendo uso di cappelli, occhiali e creme protettive, sono proprio una risposta a questi eccessi.

Ma il sole è molto di più. Non soltanto un nemico da temere: il sole è vita, senza non ci sarebbe vita sulla terra, ci estingueremmo. Fa bene all’umore, regola i ritmi circadiani, è fonte di vitamina D e può anche curare alcune malattie della pelle.
Se il sole fosse così dannoso come sentiamo troppo spesso dire, saremmo già scomparsi.
Il primo effetto benefico del sole riguarda l’umore: è in grado di aumentare la serotonina, l’ormone della felicità. Appena le giornate iniziano ad allungarsi aumenta la produzione di serotonina e si è meno tristi o depressi. Nei paesi del nord dove, in certi periodi dell’anno, non c’è mai luce e si vive una perenne notte il rischio di depressione è altissimo.
Il sole svolge un ruolo fondamentale sui meccanismi del nostro orologio biologico. Il nostro organismo è infatti basato sui ritmi circadiani che regolano importanti funzioni come il meccanismo sonno-veglia, la temperatura corporea e la pressione del sangue.

È la fonte più preziosa di vitamina D. Bastano 20 minuti al giorno di esposizione al sole, anche d’inverno, per raggiungere tutto l’apporto necessario per il nostro benessere. La vitamina D è indispensabile per le nostre ossa perché è in grado di fissare il calcio. Secondo recentissimi studi, ha anche due ulteriori caratteristiche: è sostanzialmente un ormone, un antitumorale e anche un immunomodulante, ovvero tiene in ordine il nostro sistema immunitario.
Infine, non bisogna sottovalutare gli effetti terapeutici del sole per alcune malattie della pelle, in particolare quelle autoimmuni. I raggi ultravioletti sono degli immunosoppressori. E per chi soffre di patologie come psoriasi o dermatite atopica, il sole diventa un vero e proprio antinfiammatorio naturale e può avere degli effetti benefici sull’andamento della malattia.
Per chi soffre di herpes invece il sole può mostrare l’altra faccia della medaglia, da medicina naturale ad agente scatenante: chi soffre di herpes, dopo la prima esposizione al sole, vedrà comparire sul corpo le fastidiose bollicine.

Ma come ottenere il meglio dal sole sulla nostra pelle?
Rimane sempre valido il buon senso: esposizione graduale, evitare le ore centrali (11-16 quando i raggi del sole hanno direzione verticale e quindi incidono sulla pelle con maggiore aggressività), mettere sempre la protezione solare, idratazione, e preparare il corpo in anticipo con un’alimentazione antiossidante.
Il più potente e importante filtro solare che abbiamo a nostra disposizione è la melanina: un filtro solare naturale che il nostro organismo produce come risposta alle radiazioni solari: una volta che i pigmenti si depositano sotto l’epidermide il raggio solare non provoca più alcun danno. Per stimolare correttamente la melanina ci vuole gradualità nell’esposizione.
Per prolungare la nostra abbronzatura e per evitare spiacevoli macchie e scottature, mettere in tavola il giusto mix di nutrienti è importante tanto quanto scegliere una buona protezione solare. Quasi sempre però la prima esposizione al sole coincide con la prima scottatura, motivo per cui è bene preparare la pelle già un mesetto prima con alimenti, abbinamenti ed integratori specifici.
Un altro piccolo segreto è l’esfoliazione per liberare la pelle da tossine e cellule morte, purificare, rigenerare e favorire il ricambio cellulare, in modo da preparare la pelle ad un’abbronzatura uniforme (vedi articolo sulla pelle secca). Si può fare anche su pelle già abbronzata: non rimuoverà il colore bensì le cellule morte che rendono l’abbronzatura opaca.

Per stimolare la produzione di melanina e rafforzare la cute dobbiamo quindi aumentare l’assunzione di cibi dal colore giallo, arancio e rosso, ricchi di betacarotene e carotenoidi (albicocche, pesche, melone, mango, carote, pomodori, peperoni, zucca, paprika, peperoncino).
Il betacarotene è il precursore della vitamina A e, oltre a stimolare la produzione di melanina, protegge la cute dai radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cutaneo, ed intensifica l’abbronzatura. Dal momento che questa vitamina è liposolubile, ovvero ha bisogno di grassi per essere veicolata ed assorbita nel nostro intestino, per aumentarne la biodisponibilità è bene associarla ad un buon olio extravergine d’oliva o ad oli di lino o di cocco oppure a della frutta secca come noci o mandorle.
Il primato per la concentrazione di betacarotene lo detiene l’alga spirulina, che con i suoi 161 mg/100 gr supera di gran lunga le carote. Oltre a questa eccezionale concentrazione di betacarotene, la spirulina è ricchissima di altri carotenoidi perfettamente assimilabili dal nostro organismo. Inoltre, contiene un pigmento blu brillante, la ficocianina, dalle proprietà antiinfiammatorie ed antiossidanti, che tra l’altro regola l’attività di un enzima chiamato tirosinasi responsabile dell’iperpigmentazione. Grazie proprio a questo pigmento la spirulina, assunta in modo regolare, è in grado di prevenire la formazione di macchie rendendo il colorito più uniforme. La dose di spirulina da assumere giornalmente per avere risultati significativi è di 3 gr al giorno.
Curare l’idratazione non solo con la giusta assunzione di acqua ma anche con alimenti ricchi di sali minerali, vitamina C e licopene, un antiossidante che protegge la pelle dai danni foto indotti e che riduce il rischio di eritemi e arrossamenti, permettendo di stare più a lungo al sole. Insalata, radicchio, cetrioli, zucchine, lattuga, sedano, cocomero anche attraverso l’assunzione di centrifughe, estratti, frullati, zuppe (come ad esempio una pappa al pomodoro o un gazpacho).
Assumere fonti di Omega 3 (noci, olive, olio e semi di lino, semi di Chia, avocado, alghe, pesci piccoli e pescati) rende la pelle più elastica e compatta. Gli omega 3 presenti in questi cibi non solo stimolano la produzione di collagene ed elastina ma favoriscono anche la corretta formazione di melanina all’interno dei melanociti e ne facilitano il trasporto negli strati più esterni del derma grazie alla fluidità tipica della loro struttura.

Tra le raccomandazioni voglio ricordare che ci sono farmaci che, se assunti durante l’esposizione, possono dar luogo a reazioni visibili sulla pelle. È bene controllare sempre le istruzioni in caso di assunzione di medicinali ed evitare del tutto l’esposizione al sole dopo l’applicazione di gel/cerotti a base di ketoprofene (fino a due settimane dopo il trattamento) o creme a base di prometazina, queste ultime spesso utilizzate per le punture di insetti o allergie cutanee. A comunicarlo è proprio l’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, che in una nota diffusa di recente mette in guardia sui rischi legati al farmaco.
I farmaci più comuni che è meglio non associare all’esposizione solare: antibiotici, contraccettivi orali (pillola), farmaci antinfiammatori sia orali che per uso topico, prometazina (antistaminico). Per tutti gli altri medicinali è sempre bene verificarne prima la compatibilità con i raggi solari e, in caso di malattie croniche, in cui sia impossibile la sospensione del farmaco, sarà necessario evitare del tutto l’esposizione.

Anche l’applicazione di profumi, deodoranti, creme profumate (anche quelle per trattamenti estetici), creme depilatorie possono provocare irritazioni o macchie sulla pelle. La ceretta andrebbe fatta almeno un giorno prima dell’esposizione. Attenzione al viso che va sempre protetto.
Indipendentemente dalla tipologia di prodotto usato (crema o spray), per il primo sole gli esperti consigliano la protezione massima (cioè 50+), per tutte le pelli con fototipo fino a 4. Il dosaggio è fondamentale: i test di laboratorio per determinare l’effettiva protezione del prodotto, vengono effettuati con uno strato di crema di 2 milligrammi per centimetro quadrato di pelle. È bene quindi applicare la protezione ogni 2-3 ore, circa 15 minuti prima di esporci al sole, e dopo ogni bagno.
È importante ricordare che occorre proteggersi dal sole anche in caso il cielo sia nuvoloso, se prendiamo il sole a casa (sul balcone) e in montagna. La presenza di un clima più fresco e l’assenza di neve (che fa da schermo riverberante) non scongiurano, infatti, la possibilità di eritema e reazioni a lungo termine.

Cosa fare con le creme solari dell’anno scorso, aperte e non finite? A indicarci la durata dell’efficacia di un solare è il PAO, il Period After Opening, che suggerisce di utilizzare un prodotto entro un specifico arco di tempo, generalmente tra i 6 e i 12 mesi dall’apertura.
Una volta aperto il prodotto il fattore di protezione perde di efficacia quindi, soprattutto alle prime esposizioni o nelle lunghe giornate sotto al sole, è meglio non rischiare e andare sul sicuro con un nuovo prodotto. Potete valutare l’integrità osservandone la texture, la consistenza e la profumazione per verificare che non ci siano alterazioni, come ad esempio la separazione della fase acquosa da quella oleosa, odori o colori strani. In questo caso, è meglio buttare via il prodotto. Se il prodotto è ancora integro potete comunque utilizzarlo come idratante, le creme solari infatti sono i prodotti più ricchi proprio perché devono proteggere la nostra pelle in situazioni di forte stress.

Elisa Zaccaron, Naturopata, Heilpraktiker, Estetista
cell. 345 455 2445
elisaz.naturopata@gmail.com

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