Tellonym e adolescenti

Ho da poco scoperto una nuova applicazione usata dai giovani, si chiama Tellonym. Con questa app è possibile inviare messaggi in anonimo e ricevere la risposta dalla persona alla quale hai inviato questo messaggio, o meglio, questo Tell. I messaggi poi, una volta avviata la conversazione, sono visibili a tutti, ma rimane segreta l’identità della persona che ha inviato il primo Tell. Questa particolarità dell’anonimato è curiosa e mi sono chiesta come mai stia attraendo tanti adolescenti.

Ho intrapreso una riflessione sulle peculiarità di questa app e la domanda che mi sono inizialmente posta è: perché i ragazzi preferiscono scrivere nascondendosi nell’anonimato?

Prima di rispondere vorrei portare l’attenzione sull’altra particolarità che ho notato “surfando” sull’app, che è la seguente: praticamente tutti i Tell sono scritti sotto forma di domanda. 

Quindi la mia riflessione si divide su due fronti: perché i giovani sono attratti da questa forma anonima di comunicazione e come mai questo anonimato viene sfruttato per fare domande?

Nell’anonimato pare più facile chiedere o esprimere ciò che si pensa, poiché nessuno può giudicare la tua persona. Al massimo può essere criticata, direttamente o implicitamente, la domanda che hai posto, ma è impossibile che venga giudicato il sé, che venga messo in discussione l’essere, poiché non viene rivelata la tua identità. Quindi è più facile fare le domande se nessuno sa chi le sta ponendo. Percepisco una sorta di paura, forse la paura del giudizio, che spinge le persone, e in particolare i giovani, a non metterci la faccia. 

Tuttavia c’è anche la voglia di creare contatti, legami con gli altri. “FOMO” è il termine che indica la paura di rimanere tagliati fuori (Fear Of Missing Out) e rappresenta il bisogno di mantenere vivi, interattivi e costanti i legami con gli altri. Come se il pericolo maggiore non fosse quello di creare relazioni superficiali e prive di contenuto autentico, ma di rimanere soli, di non sentirsi partecipi. D’altronde, il bisogno di appartenenza è fortemente sentito in adolescenza, spesso a discapito di valori come il rispetto per se stessi e per la diversità.

Ritroviamo molto queste dinamiche nei social e in particolare in Tellonym, dove i ragazzi trovano un perfetto equilibrio tra la paura del giudizio e la paura del rimanere tagliati fuori: creano connessioni senza però svelare troppo di sé. Infatti le risposte alle domande, che in questo caso non sono coperte dall’anonimato, sono brevi, concise, fredde, impersonali, a volte difensive. Mi verrebbe quindi ancora da chiedermi: come mai un ragazzo o una ragazza vorrebbero scaricarsi Tellonym se poi non sembra provare piacere nel rispondere alle domande che gli o le vengono poste? Sarà che vogliono solo investigare sulle vita degli altri senza l’imbarazzo di mostrarsi? Non penso che sia solo per questo, poiché tra tutte le domande, sull’app si possono trovare anche dei piccoli post, che i giovani scrivono proprio sulla loro personale “bacheca”, nei quali richiedono che gli vengano fatte delle domande. 

Quindi pare che ai giovani basti solo sentirsi pensati da qualcun altro. Piace di più sapere che qualcuno è interessato a loro, piuttosto che avere qualcuno con cui parlare, con cui connettere veramente, profondamente.

C’è un ulteriore aspetto interessante di questa app: non tutti i Tell sono scritti da persone fisiche, ma alcuni sono generati dall’applicazione stessa. E poiché l’identità del mittente è anonima, è impossibile sapere se stai rispondendo ad una domanda scritta da una persona o da un computer. I giovani stanno quindi creando vere e proprie connessioni con intelligenze artificiali, non umane.

Ritengo che l’adolescente si trovi in un punto del suo sviluppo molto favorevole, poiché è il periodo della sua vita in cui può formarsi dei valori personali e cogliere, quindi anche manifestare, la sua identità, la sua autenticità. In questo l’adolescente è intelligente perché è flessibile. Questa flessibilità, in sé grandissimo punto di forza, deve essere sfruttata positivamente per diventare se stessi, altrimenti rischia di divenire fragilità manipolabile dal sistema.

Propongo quindi ai giovani di farsi 3 domande prima di scaricare Tellonym, in modo da agire in maniera consapevole e personale, senza farsi risucchiare dalla moda, ma cavalcandola con coscienza:

Quale bisogno personale mi spinge a scaricare questa app?

Che tipo di rapporti voglio instaurare?

Com’è fatta e quali sono le caratteristiche della relazione interpersonale che mi fa sentire davvero me stesso o me stessa?

I social, ora più che mai, aiutano a mantenere vivi i legami. Ma i legami, quelli veri, sono quelli fatti di autenticità, di verità, di difetti che non sono altro che peculiarità uniche e meravigliose, soprattutto negli adolescenti. I giovani devono sbagliare, mostrarsi, avere paura. Perché la paura non è altro che la possibilità di dimostrarsi coraggiosi e umani. Che poi, quando c’è autenticità, piacciamo a noi stessi e agli altri.

Dott.ssa Cristina Scelzo
Counselor 
3662299583
www.diventaresestessi.it

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