Generazione ed emissione dell’energia vitale (qi) nelle ginnastiche terapeutiche orientali
La pratica regolare di alcune tecniche ancora poco conosciute in occidente, quali il qigong, lo stiramento dei meridiani energetici, grazie a posture, respirazione ed emissione di alcuni suoni con la voce, hanno dimostrato di essere altamente benefiche, con parametri riscontrabili e misurabili alla luce della biomedicina.
Come inizio è indispensabile allenarsi a mantenere la postura sul piano sagittale con l’allineamento del rachide, della nuca e dei talloni, e sul piano frontale con il bilanciamento del peso corporeo sui due arti inferiori, che porta alla cosiddetta postura eretta attiva, grazie al mantenimento di un certo tono della muscolatura antigravitaria.
Si passa poi all’allenamento dell’intenzione, cioè la fase dove il respiro, il movimento e l’emanazione del suono vengono espressi per lo specifico meridiano, a beneficio degli organi e dei visceri ad esso collegati.
Come effetto biomeccanico, gli esercizi utilizzano in modo combinato diversi livelli di lavoro: lavoro muscolare isotonico, lavoro muscolare isometrico, facilitazione propriocettiva neuromuscolare, visualizzazione, respirazione terapeutica, il tutto unito in un unico gesto complesso e armonioso, che risulti bello se ben eseguito. Inoltre mantiene l’integrità delle ossa, la loro mineralizzazione e l’elasticità globale, senza compromettere le articolazioni che invece vengono esageratamente sollecitate dalla pesistica o da altri esercizi contro gravità, quando non eseguiti con la dovuta conoscenza ed attenzione.
La respirazione, punto chiave di ogni tecnica di generazione dell’energia vitale, può essere naturale, addominale e controaddominale, utilizzando diversi muscoli e fasi nelle tre espressioni. Con effetti diversi, tra i quali l’aumento della gittata sistolica, il drenaggio linfatico e sanguigno dei visceri, la peristalsi intestinale, e l’incremento progressivo e misurabile dei parametri ventilatori.
Queste tecniche tengono in giusta visione l’unicità e la globalità dell’essere umano, che solo nella nostra cultura occidentale è stato suddiviso continuamente tra corpo, mente e spirito, e addirittura si è giunti a dettagliare ogni pezzetto del corpo, perdendo in buona sostanza la visione globale, dimenticando le altre componenti vitali ed energetiche che ciascun pezzetto contiene e rappresenta.
Nelle culture orientali, invece, non si è mai persa di vista la visione univoca dell’essere, ed in questa chiave possiamo affermare, supportati da misurazioni in vivo, che gli effetti degli esercizi hanno sui processi neuroimmunoendocrini, il che produce modificazioni oggettive nella funzionalità del nostro corpo e del nostro cervello.
A cura di Giuliana Cossettini, PhD, ricercatrice