Cosa sappiamo sulla necessità di dormire

Ne abbiamo già scritto sul blog qualche tempo fa, ma le ricerche non si fermano.

Questa è la traduzione di una parte di un articolo apparso su Quanta Magazine pochi giorni fa, a cura di Yasemin Saplakoglu, scrittrice di biologia.

“Da sempre ci interroghiamo sul fatto che trascorriamo almeno un terzo della nostra vita dormendo. La ricerca approfondisce continuamente questo mistero, comune a tutte le specie animali, senza tuttavia trovare ancora risposte precise.

Tuttavia negli ultimi anni, si sono compresi ulteriori meccanismi biologici sul sonno, che è una funzione fondamentale della vita. Il sonno rimane un mistero. Mentre gli scienziati scavano più a fondo nei meccanismi molecolari del processo, è stato chiarito che il sonno è fondamentale per mantenere un cervello ed un corpo sani.

E’ il momento in cui il cervello prende le informazioni che abbiamo appreso da svegli e le immagazzina come memoria a lungo termine.

il sonno elimina i detriti cellulari accumulati durante il lavoro cosciente, mantiene un metabolismo sano.

Non dormire abbastanza può portare ad una serie di problemi che vanno dal diabete alle malattie cardiache. Ma perché abbiamo bisogno di dormire per vivere? Perché alcune persone hanno bisogno solo di 5 ore, mentre altre ne hanno bisogno di 8? Gli scienziati hanno appena iniziato a risolvere alcuni di questi interrogativi, ma le loro scoperte stanno portando a nuove affascinanti idee su cosa accade dietro agli occhi chiusi.

Novità e cose degne di nota

Per più di un secolo la ricerca sul sonno si è concentrata sul cervello. Ma persino animali semplici come le idre, che non hanno cervello, entrano in uno stato simile al sonno. Ciò significa che il sonno potrebbe essersi evoluto prima del cervello e il suo ruolo biologico miliardi di anni fa potrebbe essere stato molto diverso da quello attuale.

Un’ipotesi è che il sonno si sia evoluto per svolgere un ruolo nel metabolismo, consentendo il verificarsi di alcune reazioni biochimiche che non possono verificarsi durante le ore di veglia.

Prima di avere un cervello, avevamo un intestino, ha affermato Michael Abrams, un ricercatore presso l’Università di Berkley, California. Qualunque fosse il primo organismo dormiente è probabilmente scomparso più di un miliardo di anni fa, e con lui i suoi segreti.

Dormire è bello e senza il sonno saremmo spacciati, gli scienziati lo sanno fin dagli anni 90 dell’Ottocento, ma non sono riusciti a capire perché- Una possibile spiegazione è l’accumulo di molecole tossiche nell’intestino, come ha riportato Quanta. Nell’intestino delle mosche private del sonno i ricercatori hanno trovato un eccesso di specie reattive dell’ossigeno (ROS) che danneggiano molecole essenziali come il DNA e le proteine, rubando i loro elettroni. Se le mosche restavano senza sonno abbastanza a lungo, erano morte. Ma era questo accumulo di sostanze tossiche a causare la loro morte? Per scoprirlo i ricercatori hanno dato alle mosche degli antiossidanti, e le creature, sebbene ancora insonni, sono sopravvissute. E l’esperimento è stato confermato anche nei roditori.

Sappiamo che il sonno aiuta il cervello a formare ricordi, ma ancora non si comprende come. Nel 2019 i ricercatori hanno riferito che potenti esplosioni di attività cerebrale, note come increspature di onde acute, sono coinvolte nel consolidamento dei ricordi, come nell’etichettatura di determinate esperienze mentre siamo svegli, per essere immagazzinate come ricordi a lungo termine mentre dormiamo.

Un’esperienza si registra nel cervello in uno specifico schema di attività, attingendo ad una sequenza di neuroni, come una melodia al pianoforte, ha detto Daniel Bendor, neuroscienziato dell’University College di Londra. Quando siamo svegli e a riposo, il cervello riproduce lo schema per etichettarlo per l’archiviazione. Quindi durane il sonno lo schema si riproduce di nuovo, centinaia o migliaia di volte. alcuni scienziati ipotizzano che lo schema si propaghi verso la corteccia e venga cementato come memoria a lungo termine.”

A livello metabolico sappiamo che il cervello, a differenza del resto del corpo, non avendo il sistema linfatico, ha necessità di arrivare più volte durante la notte al sonno REM perché avvenga una “secchiata” di flusso dalla colonna vertebrale per lavare le tossine (beta amiloidi). Questo meccanismo di sopravvivenza indispensabile può essere migliorato, grazie ad una serie di accorgimenti che incidono pesantemente sulla salute mentale e fisica, soprattutto facendo attenzione all’uso corretto della luce

A questo proposito ci sarà a settembre una conferenza presso Igea Studio di Udine per spiegare meglio i meccanismi e le soluzioni.

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