Medicina Vibrazionale

LA MEDICINA VIBRAZIONALE

La medicina vibrazionale vuole essere un aiuto per tutti quei medici che vogliono comprendere ad un livello più profondo perché pensiero ed emozioni influenzino la fisiologia e viceversa. Il punto di vista delle terapie vibrazionali ha come fondamento l’idea che gli esseri umani sono molto più che tessuto, sangue, proteine, grassi, acidi nucleici, ecc.: il corpo sarebbe un mucchio di elementi chimici disordinati se non fosse per la forza vitale che organizza i nostri costituenti molecolari in organismi viventi, respiranti, pensanti.

La fisica dei quanti ha dimostrato che tutta la materia è realmente energia.

Infatti, vi è una struttura gerarchica di energie sottili che coordina la funzione elettrofisiologica, quella ormonale e la struttura cellulare all’interno dell’organismo: è da questi livelli sottili che fondamentalmente originano salute e malattia.

In definitiva, la chiave per il trattamento delle malattie non può consistere semplicemente in interventi fisici di rapida riparazione, ma deve essere cercata nella riprogrammazione (rigenerazione e ristrutturazione) dei campi energetici che governano la manifestazione della disfunzione a livello cellulare.

Le molecole del DNA, nel nucleo cellulare, non sono soltanto puri elementi biochimici, ma anche e soprattutto ANTENNE capaci di emettere ed assorbire frequenze elettromagnetiche con una straordinaria capacità di leggere e di trascrivere il contenuto informativo e riprodurlo, trasmettendolo in un processo a cascata ed utilizzando come una sorta di programma elettronico a schede per accedere a immediati o futuri processi biochimici nei relativi distretti.

Tutte le molecole componenti l’organismo (DNA, RNA, proteine, lipidi, enzimi, catalizzatori) devono la loro specializzazione all’ordine con il quale gli atomi sono fra loro legati.

L’ordine di questo legame è determinato da enzimi i quali operano esattamente come catalizzatori con precise caratteristiche di onde elettromagnetiche.

Quando l’intensità o la polarità del campo elettromagnetico, all’interno del plasma cellulare, è modificata, (e ciò succede ogniqualvolta una cellula è colpita da radiazioni provenienti dall’esterno dell’organismo) la vita della cellula, che consiste di catene e costruzioni di molecole, ne risente. Se la situazione non dovesse ritornare nel più breve tempo possibile a livelli normali, la cellula impazzirà producendo caos molecolare ed emettendo biofotoni nocivi, che potranno essere la premessa di una patologia inizialmente acuta e successivamente degenerativa.

EMOZIONI E POTENZIALE ELETTRICO

L’emozione è una risposta espressiva plasmica. Stimoli piacevoli, giuste vibrazioni, causano un’emozione del protoplasma dal centro alla periferia.

Al contrario, stimoli spiacevoli, o vibrazione alterate, causano un’emozione dalla periferia al centro dell’organismo. Queste due direzioni di base delle correnti plasmiche biofisiche corrispondono ai due effetti dati dall’apparato emotivo: il PIACERE e il DOLORE. Il moto fisico plasmico e le correnti emozionali sono funzionalmente identici, ma anche antitetici allo stesso tempo. L’eccitazione plasmica biofisica si esprime con un movimento plasmico.

Questa emozione è correlata alla forza base della vita stessa.

Un’emozione piacevole è muoversi (emozione = ex-movo = movimento), espandersi, essere orientati verso un campo di crescita (aumento del potenziale elettrico), un’emozione spiacevole è ritrarsi (declino del potenziale elettrico).

ONDE ELETTROMAGNETICHE e TEORIE DEI FOTONI

In fisica è noto che qualsiasi campo energetico, sia esso elettrico o di altra natura, ha intorno a sé una rete di supporto o campo che chiamiamo “onde elettromagnetiche” (E.M.)

Il Dott. Morell, per farci capire cos’è un’onda elettromagnetica, citava un esempio: egli ricordava che se noi tirassimo un sasso in uno stagno o lago, si formerebbero delle onde che si diffonderebbero dal punto dell’impatto via via verso la periferia con onde sempre più espanse, ma senza cambiamenti nell’acqua. Queste vibrazioni però, avranno portato un’informazione all’altra sponda dello stagno o del lago.

In definitiva è il messaggio vibratorio dell’acqua che porta l’informazione; se c’è energia elettrica c’è campo E.M. che porta l’informazione delle proprietà di quella energia elettrica, e così per ogni tipo di energia.

TEORIA DEI FOTONI

Per quanto riguarda invece la teoria dei fotoni del prof. Popp, egli ha focalizzato la sua ricerca sull’emissione biotermica dei fenomeni biologici. Ha visto così che dovunque c’è un movimento elettronico c’è un’emissione biotermica di pura energia che, come il fuoco, appare e poi scompare. Lo stesso avverrebbe a livello cellulare e Popp è riuscito a fotografare e misurare questa emissione biotermica, che lui chiama fotonica, e che esiste in tutto il nostro sistema. Egli ha verificato l’incamerazione di queste emissioni fotoniche all’interno della struttura a doppia elica del DNA tra i ponti e legami che esistono tra i vari aminoacidi che lo costituiscono.

E’ riuscito a vedere che, in effetti, quando c’è un’emissione di fotoni, c’è un restringimento piccolissimo della struttura del DNA, e che quando c’è un incameramento di fotoni dall’esterno, la struttura ad elica si allunga. Questo movimento sarebbe il meccanismo con cui tutte le informazioni vengono distribuite.

Questo movimento dell’elica del DNA sarebbe inoltre connesso con le funzioni neuroimmunitarie come IPOTALAMO, TALAMO, IPOFISI, SURRENE e fenomeni di difesa. Recenti studi sembrano dimostrare che l’esposizione delle cellule ai campi elettromagnetici a bassa frequenza provocano una deformazione dei canali della membrana cellulare, rendendo difficoltoso il passaggio di molecole necessarie al suo equilibrio.

UNA GOCCIA D’ACQUA ALLO SPETTROSCOPIO

Ogni goccia d’acqua scompone la luce in sette colori visibili che si propagano all’interno e all’esterno della goccia stessa.

  • Il rosso corre interno alla circonferenza,
  • Il viola si pone al centro
  • I colori intermedi si presentano nella loro ordinaria frequenza.

I modelli vitali delle sostanze fisiche prendono sempre forma nella porzione rossa o arancione della goccia.

Le onde variano in lunghezza approssimativamente fra 3,85 e 7,60 decimillesimi di millimetro. Il colore prodotto quando colpisce la retina varia in modo complesso secondo la lunghezza dell’onda, l’ampiezza della vibrazione e vari altri fattori e condizioni (emozioni – psiche).

Le onde simili, la cui lunghezza è al di sotto o al di sopra dei limiti suddetti, non sono percepibili da un occhio umano medio in normali condizioni: quelle comprese tra 3,85 e 1,00 decimillesimi di mm. costituiscono la luce ultravioletta e sono visibili mediante azione fotografica o altra di tipo chimico; quelle che vanno oltre i 7,60 decimillesimi di mm. di lunghezza sono onde infrarosse e si manifestano con effetti termici.

La teoria elettromagnetica della luce, che ha origine con Maxwell, sostiene che queste onde, incluse quelle proprie della luce, sono di tipo simile a quelle attraverso le quali si propagano le oscillazioni elettromagnetiche via etere, e che questa è un fenomeno elettromagnetico.

I più importanti fenomeni che riguardano la luce sono:

  • la riflessione
  • la rifrazione
  • l’interferenza
  • la polarizzazione.

Secondo la teoria moderna, la luce, visibile o invisibile, è costituita dai “quanti” di energia che si muovono come se fossero guidati da onde, poiché il comportamento statistico dei quanti è determinato dal fatto che la loro energia in ogni punto è mediamente uguale all’intensità del sistema di onde in quello stesso punto. (I quanti sono costituiti da impulsi discontinui che si muovono lentamente in un’unica direzione, da ovest a est – da sud a nord. L’onda, invece, è un movimento continuo che va rapidamente in una stessa direzione).

IL COLORE

Il colore sviluppa la ionizzazione che è di capitale importanza per l’esistenza.

  1. LA PELLE ha la capacità (selezionando la luce) di scegliere i colori che le sono necessari, sia in una situazione di normalità, sia quando nel corpo è in corso un processo di alterazione.

Secondo il ricercatore Dr. George Stan White, risulterebbero importanti le seguenti osservazioni:

  1. L’energia luminosa modifica la propria tipologia dopo avere attraversato l’organismo;
  2. L’energia che è passata (traspirata) nel corpo non è dello stesso tipo di quella che è venuta a contatto con la pelle; infatti, la cute è un filtro naturale e produce modificazioni;
  3. L’energia penetrata nell’organismo attraverso la filtrazione della pelle, viene fino ad un certo punto assorbita dai fluidi del corpo (H²O): l’entità dell’assorbimento dipende dal rapporto proporzionale tra i componenti eccitanti e quelli rilassanti.
  4. L’energia risultante, che viene assorbita interamente, è diversa dalla fonte energetica di provenienza e la sua intensità dipende dal tipo di filtro usato; la luce è un alimento naturale e se la luce non risultasse adeguata, i pori della pelle si chiuderebbero (flusso persistente di luce forte).

RADIAZIONE CELLULARE ULTRADEBOLE

Negli ultimi anni è aumentato, tra gli scienziati americani e giapponesi, l’interesse per la radiazione cellulare ultradebole. In accordo con ipotesi avanzate già nei primi anni della ricerca sulla radiazione mitogenetica, gli studi più recenti sembrano indicare chiaramente che alla radiazione cellulare contribuiscono le radiazioni di radicali. Per “radicali” si intendono molecole instabili eccitate, la cui lunga durata è da attribuire all’inversione dello spin degli elettroni. Tali stati sono, teoricamente, “proibiti”, non eccitabili; ma, una volta che si sono prodotti, inattivarli è altrettanto difficile quanto eccitarli. Nella radiobiologia, la quale si occupa dei prodotti intermedi che si hanno dopo l’irradiazione di materia organica con radiazioni ionizzanti, le razioni di radicali, quali transitori essenziali, sono ben conosciute. I radicali sono altamente reattivi, poiché essi sono fisicamente relativamente stabili ed hanno quindi il tempo di incontrare il partner reattivo adatto. Questo fa sì che, durante la reazione chimica, possano saturare il loro spin di accesso.

L’ossigeno molecolare (O²), che ha in biologia un ruolo fondamentale, mostra una significativa anomalia dello spin elettronico. Esso si presenta già nel suo stato fondamentale come “radicale”, poiché in questo stato, in cui è energeticamente al livello più basso, esso non satura il suo spin elettronico.

Sebbene l’ossigeno molecolare abbia un numero pari di elettroni, due elettroni dell’ultima orbita si ordinano con i propri spin paralleli tra loro, e non antiparalleli come nelle maggior parte delle altre molecole.

I diversi orientamenti degli spin si distinguono spettroscopicamente, per la separazione dell’energia relativa alle linee spettrali elettroniche nel campo magnetico – mentre l’ordinamento antiparallelo (spin appaiati) non si lascia influenzare da un campo magnetico: il momento magnetico risultante dall’orientamento parallelo (spin spaiati) comporta tre orientamenti spaziali relativi al campo esterno.

In caso di orientamento parallelo degli spin, si parla perciò di stati di “tripletto”.

In caso di orientamento antiparallelo (spin appaiati non influenzati dal campo magnetico) si hanno invece stati di “singoletto”.

L’ossigeno molecolare, dunque, al contrario della maggior parte delle altre biomolecole, costituisce un tripletto già nello stato energeticamente più basso. Questa è anche la ragione del suo comportamento paramagnetico, e, indirettamente, la causa del suo debole legame all’emoglobina.

Se l’ossigeno viene eccitato mediante apporto di energia chimica o mediante irradiazione luminosa diretta, uno degli elettroni spaiati si rovescia. Per saturazione degli spin, si forma ora ossigeno singoletto il quale, in una complicata reazione che richiede l’intervento di una seconda molecola di ossigeno (reazione biomolecolare), decade nello stato normale di tripletto, energicamente inferiore, emettendo luce.

La trasformazione biomolecolare dell’ossigeno singoletto a tripletto produce dunque un fotone. La sua lunghezza d’onda è di circa 634,7 nm.

Questa luminescenza chimica è una ben nota caratteristica di una funzione fisiologica presente in ogni organismo: la reazione di lipossigenasi, nella quale vengono ossidati i lipidi con l’aiuto di enzimi.

Gli inibitori della reazione di lipossigenasi (acido salicidrossamilamminico) diminuiscono l’intensità della radiazione cellulare.

La liberazione del glutatione, che avviene parallelamente alla reazione di lipossigenasi, è correlata all’intensità delle radiazioni. L’apporto di ossigeno e il perossido d’idrogeno, condizione essenziale per la reazione di lipossigenasi, incrementano notevolmente l’emissione fotonica.

Invece, il diazobicicloottano, il quale lega l’ossigeno singoletto, abbassa l’intensità luminosa.

L’analisi spettrale fornisce altre prove; effettivamente si riscontrano spesso emissioni fotochimiche relativamente intense con una lunghezza d’onda intorno ai 634,7 nm, corrispondenti cioè proprio allo scarto energetico tra i complessi biomolecolari singoletti e quelli tripletti dell’ossigeno.

Nella reazione di lipossigenasi viene liberato un fotone per ogni 10/11 molecole di ossigeno partecipanti alla reazione. Ciò concorda con le deboli intensità di radiazione, le cui grandezze possono essere valutate in base al consumo di ossigeno ed al rendimento delle reazioni. Gli scienziati americani, già dal 1975, non parlano più di “emissione fotonica ultradebole”, bensì di “luminescenza di basso livello”.

PSICONEUROENDOCRINOIMMUNITARIO

Nessun organismo pluricellulare potrebbe sopravvivere se non esistessero sistemi informativi al suo interno. Questi coordinano la moltiplicazione, differenziazione e rinnovamento dei vari tipi di cellule, ed assicurano la migliore efficienza delle funzioni vitali.

Ciò deve avvenire sia in condizioni “di base”, che in risposta alla variazione delle condizioni ambientali; per questo, messaggi specifici sono continuamente inviati da un distretto cellulare ad un altro.

Nell’uomo, i più importanti sistemi informativi sono: il sistema nervoso, il sistema endocrino, il sistema immunitario = psico-neuro-endocrino-immunitario.

Le vie di comunicazione, a doppio senso, tra il cervello e il resto del corpo, sono state ben identificate attraverso la PNEI e i sistemi di informazione elettromagnetica.

La fisiologia classica basava i fenomeni di informazioni neurologiche solo sul concetto della depolarizzazione Na-K (Sodio-Potassio) della membrana cellulare, che permetteva poi la scarica di neurotrasmettitori negli spazi intersinaptici; ciò dava il messaggio al neurone successivo, e così via. Si è calcolato che questi messaggi viaggiano ad una velocità di 20 m. al secondo. Ciò non spiegherebbe assolutamente tutte le funzioni neurologiche che avvengono in un istante nel nostro sistema nervoso. Infatti, a questa lenta velocità non si potrebbe vivere.

Il Prof. Gabor, studiando le funzioni cerebrali, ha visto che, quando si invia un messaggio motorio ad una zona del cervello, anche altri neuroni in altre zone riceveranno quel messaggio, solo che non rispondono. Infatti, se i neuroni rispondessero a tutti i messaggi, si creerebbe il caos. Ci vuole, quindi, una organizzazione, per una struttura così complessa come il corpo umano. Gabor così ha proposto la teoria dell’ologramma.

L’ologramma riproduce contemporaneamente determinate informazioni di ogni parte del sistema.

Da questa teoria si è scoperto che ogni essere vivente è un sistema ad ologramma, dove tutte le informazioni vengono diffuse a tutte le componenti del corpo, che normalmente non ne fanno uso.

Ciò costituisce una protezione per la nostra mente e il nostro corpo.

Quindi, dalla teoria dell’ologramma, possiamo capire come sia possibile la connessione fra cervello, immunità e sistema ormonale.

Il cervello tiene sotto costante controllo l’attività del sistema immunitario, e ciò è dimostrabile dalla misurazione della modificazioni dell’attività dei neurotrasmettitori cerebrali.

Quando si raggiunge, per esempio, l’acme della risposta anticorpale, i livelli di noradrenalina nell’ipotalamo diminuiscono drasticamente, per un aumentato consumo di questo fondamentale neurotrasmettitore, in seguito all’aumentata attività immunitaria.

In questo caso, la cellula immunitaria, oltre ad essere una stazione ricevente, e quindi anche una trasmittente, è una fonte di ormoni e di neurotrasmettitori.

Stimoli cognitivi (stress emozionale), non cognitivi (batteri, virus, tossine), essendo informazioni elettromagnetiche patologiche, stimolano la produzione di CRH (fattore di rilascio della corticotropina dal cervello (ipotalamo) o dal sistema immunitario (linfociti). CRH a sua volta può stimolare il rilascio di ACTH dall’ipofisi e di INTERLEUCHINA 1 dai macrofagi.

L’interleuchina 1, a sua volta, può determinare un aumento di produzione del CRH dall’ipotalamo e dell’ACTH dall’ipofisi o dai Linfociti B. Alla fine arriveranno glucorticoidi prodotti dalle surrenali sollecitati dall’ACTH, a spegnere tutto.

Questo schema ci fa capire il complesso dialogo tra cervello ed immunità, che si realizza quotidianamente nel nostro corpo, e le comunicazioni avvengono velocemente, perché basate sulle onde elettromagnetiche che precedono, quasi sempre, quelle biochimiche.

Tutto questo si delinea in un sistema complesso, articolato in tre livelli, ognuno dei quali si auto-organizza su specifici meccanismi e comunica con il campo esistenziale attraverso corrispondenti linguaggi:

  1. Livello dell’uomo chimico che parla il linguaggio delle FUNZIONI
  2. Livello dell’uomo elettromagnetico che parla il linguaggio delle EMOZIONI
  3. Livello dell’uomo sonoro che parla il linguaggio VERBALE

Il ruolo fondamentale è svolto dall’uomo elettromagnetico, che si pone sia come garante dell’ordine interno, che come anello di collegamento con gli altri due livelli.

La diade strutturale – antenna elettromagnetica, corrisponde alla diade UOMO CHIMICO – UOMO ELETTROMAGNETICO, in cui l’uomo elettromagnetico identifica la funzione ricetrasmittente: i segnali elettromagnetici captati operano inducendo modulazioni nella soglia di eccitabilità dell’uomo chimico, con attivazione di corrispondenti funzioni ed attività.

riassunto di articoli apparsi su riviste francesi dei primi anni 2000

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