Nel nostro centro si può beneficiare di un sistema per dialogare con il corpo nella risoluzione delle problematiche emozionali. Il test kinesiologico è in sostanza un check up completo che attraverso l’utilizzo dei muscoli delle braccia e delle gambe verifica l’assetto metabolico, quello ormonale, il biochimico, lo strutturale e quello emozionale.
Per cercare di chiarire questo ultimo punto possiamo pensare a noi stessi come un essere che è venuto sulla terra e per questo si è incarnato nel ventre di una donna, quindi un nucleo vitale che, attraverso lo scheletro, i muscoli, gli organi, il sangue, il cervello, le emozioni, scambia continuamente informazioni con il mondo esterno. Allora pensiamo ad un triangolo con all’interno un cerchio: un centro vitale (il cerchio) con intorno uno scheletro (un lato del tringolo), degli apparati e organi biochimici (un altro lato), e una parte pensante, mentale (il terzo lato). I processi dinamici che avvengono in ogni secondo dentro e fuori di noi originano e mantengono la VITA.
Il triangolo è il punto di confine tra il nucleo vitale interno e l’ambiente esterno ed è governato da 3 leggi:
1^ legge del triangolo: come un triangolo per essere tale è formato da tre lati, così l’uomo è formato da tre aspetti: mentale, organico, strutturale in relazione costante l’uno con l’altro.
2^ legge del triangolo: qualsiasi manifestazione ovunque insorga su uno dei tre lati del triangolo si riversa sempre e comunque anche sugli altri due.
Per esempio se mi cade una tegola in testa, sicuramente ne risentirà il mio cranio (fisico-struttura), il mio sangue (biochimico-organico) e la mia mente (posso avere avuto un’emozione di paura).
3^ legge del triangolo: non sempre una manifestazione si manifesta in forma primaria sul lato sul quale ha origine.
Ad esempio una dermatite: dato che si manifesta sulla pelle, sembra essere un problema strutturale e di solito si fa un’azione topica. Ma le dermatiti spesso nascono sul lato biochimico o addirittura sul lato emozionale. Curandola solo dove si manifesta, e non dove ha inizio, si ripresenterà ancora come dermatite o prenderà un’altra forma.
Come vedete, già abbiamo visto che il corpo è un tutt’uno e non è possibile sezionarlo in compartimenti stagno, anche se si fa così per cercare di dettagliare ed approfondire un aspetto di questa cosa meravigliosa e complessa che è il nostro corpo.
Proviamo ora ad approfondire il discorso sul sistema immunitario.
Il corpo organico-biochimico umano è formato da 12 sistemi:
2 di controllo:- NERVOSO (correlazione elettrica)
– ENDOCRINO (correlazione chimica)
4 di vita vegetativa: – DIGERENTE (assorbimento degli alimenti)
– RESPIRATORIO (ricambio dei gas)
– URINARIO (equilibrio idro salino)
– CIRCOLATORIO (recupero dei materiali metabolici)
4 protettivi: – TEGUMENTARIO (pelle)
– RETICOLO ENDOTELIALE (macrofagi)
– SANGUE
– LINFATICO (linfa e vasi)
1 locomotore: – MUSCOLO SCHELETRICO
1 riproduttore – maschile e femminile (assicura la continuazione della specie)
Il sistema immunitario è molto complesso ed ha la funzione di proteggere l’organismo dall’aggressione degli agenti patogeni. Esso è presente in tutti i vertebrati, e nessun individuo con il sistema immunitario gravemente compromesso può sopravvivere, anche se sottoposto alla più moderna terapia antibiotica. Il sistema immunitario è capace di rispondere a tutte le sostanze estranee all’organismo, chiamate genericamente antigeni, e riesce a riconoscere in modo altamente specifico milioni d’antigeni diversi anche solo per minime variazioni della loro composizione. Per svolgere queste funzioni, il sistema immunitario è ad ogni momento in grado di distinguere tra le strutture endogene o esogene che non costituiscono un pericolo e che dunque possono o devono essere preservate (che vengono chiamate self) e le strutture endogene o esogene che invece si dimostrano nocive per l’organismo e che devono quindi essere eliminate (non-self).
Il sistema immunitario inizia la sua maturazione nei primi giorni di vita e questa si completa in gran parte nel primo anno, seguendo delle tappe successive di maturazione a 2, 7 14 e 21 anni, e continuando a maturare per tutta la vita.
Possiamo elencare una serie di pericoli ai quali il sistema immunitario risponde e sono: i parassiti, i batteri, i virus, i funghi, le tossine. A seconda delle modalità di riconoscimento dell’antigene, si possono distinguere due aree del sistema immunitario:
• immunità aspecifica: che rappresenta una prima linea di difesa contro le aggressioni. È a livello evolutivo la più antica e consente il riconoscimento di un repertorio limitato di antigeni. Riconosce molto velocemente una generica condizione di pericolo e pone il sistema immunitario in una condizione di “allarme”, che favorisce lo sviluppo dell’immunità specifica
• immunità specifica: comprende mediatori chimici e cellulari responsabili di una risposta difensiva più potente e mirata, ma più lenta. È evolutivamente più recente.
Ma se dovessimo indicare dove si trova il sistema immunitario? E’ dislocato in tutto il corpo. La superficie interna maggiore è quella che è a contatto con l’esterno, quindi tutto il sistema digerente, oltre al sistema reticoloendoteliale. Quest’ultimo è formato da una serie di cellule presenti nella milza, nei polmoni, nel fegato, nel midollo osseo e nei linfonodi. I linfonodi non vanno confusi con delle ghiandole poiché non producono nessun tipo di secreto; essi funzionano come dei filtri: raccolgono e distruggono batteri e virus grazie ad un reticolo a nido d’ape, costituito da tessuto connettivo e ricco di linfociti.
I globuli bianchi o leucociti, sono le cellule che hanno propriamente il compito di difendere l’organismo dalle infezioni. Si dividono in tre categorie:
1. I monociti, che al momento dell’infezione diventano macrofagi; – immunità aspecifica
2. I granulociti, a loro volta divisi in neutrofili, acidofili e basofili; – immunità aspecifica
3. I linfociti, a loro volta divisi in linfociti T e B. – immunità specifica
Le loro caratteristiche comuni sono quelle d’avere capacità di mangiare e di poter attraversare le pareti dei capillari sanguigni per andare nel focolaio dell’infezione nel tessuto connettivo.
Vediamo in dettaglio cosa succede durante un’infezione.
Fase 1: l’infezione
All’inizio dei batteri entrano nell’organismo producendo delle tossine. I monociti nel circolo sanguigno sono “attivati” da queste sostanze e, passando attraverso la parete dei capillari, diventano macrofagi e giungono al focolaio dell’infezione. Anche i granulociti si avvicinano al focolaio.
Fase 2: la difesa aspecifica (fase veloce, la più antica)
Entrano ora in azione le proteine del complemento, che si attaccano alla membrana cellulare del batterio perforandola in più punti come un trapano. Il batterio così debilitato può essere facilmente fagocitato dai macrofagi e dai neutrofili. Contemporaneamente le proteine del complemento agiscono sulle cellule del tessuto connettivo e sui globuli bianchi basofili, che producono istamina. Questa sostanza provoca l’infiammazione del tessuto: il plasma attraversa le pareti dei capillari e va a gonfiare il luogo dell’infezione, attirando un maggior numero di globuli bianchi a dare rinforzo. Tutta questa fase è detta aspecifica: sia le proteine del complemento sia i globuli bianchi agiscono su qualsiasi tipo di batterio gli capiti a tiro. Di solito, non ci accorgiamo nemmeno di essere entrati in questa fase.
Fase 3: l’inizio della fase specifica (fase più lenta, ma precisa)
Se l’infezione riesce a superare la barriera dei macrofagi e dei neutrofili, interviene la potente schiera dei linfociti, i fautori della difesa specifica, in altre parole della difesa mirata alla distruzione del particolare antigene penetrato all’interno del corpo. E’ come se prima nella nostra battaglia avessimo usato le truppe normali e adesso dobbiamo usare i reparti dei tiratori scelti. Ci sono due tipi di difesa specifica:
· l’immunità cellulare;
· l’immunità umorale.
La prima consiste nell’uccidere direttamente le cellule estranee (mitragliatrice). La seconda, invece, consiste nel produrre proteine (anticorpi) che indeboliscano le cellule estranee e che distruggano gli antigeni e le tossine (come usare il veleno).
Vediamo ora i vari tipi di linfociti.
I linfociti T che sì formano e maturano nel timo, si dividono in tre gruppi:
· I linfociti T citotossici sono i responsabili dell’immunità cellulare. Riconoscono il self dal non-self. In quest’ultimo caso, ne bucano la membrana cellulare con una proteina detta perforina, causandone la lisi (rottura) e quindi la morte.
· I linfociti T helper cioè aiutanti, poiché “richiamano” e attivano gli altri tipi di linfociti. Viaggiano a stretto contatto con i macrofagi. Dopo che un macrofago ha fagocitato e “digerito” una cellula estranea, espone nella sua proteina un “pezzo” del batterio. In questo modo, e attraverso la produzione di una proteina detta interleuchina 1, attira il linfocita T helper e gli “passa” l’informazione sul tipo di cellula estranea penetrata nell’organismo. Il linfocita T helper produce allora due sostanze, l’interleuchina 2 e l’interleuchina 4, che stimolano la riproduzione rispettivamente dei linfociti T citotossici e dei linfociti B.
. i linfociti natural killer (NK), che hanno funzione analoga ai linfociti T citotossici, ma provengono dal midollo osseo anziché dal timo
· I linfociti B che nascono e maturano nel midollo osseo, sono i responsabili dell’immunità umorale. Hanno sulla loro superficie alcuni anticorpi generici, non specifici per l’antigene presente nell’organismo al momento dell’infezione. Quando vengono a contatto con l’antigene, ricombinano i loro anticorpi fino a trovare quello “adatto” per l’antigene. Dopo di che, cominciano a replicarsi. Molti di questi linfociti diventano plasmacellule, in altre parole cellule incaricate di riprodurre anticorpi specifici per l’antigene con il quale sono venuti a contatto. Altri, i cosiddetti linfociti di memoria, restano nel circolo anche dopo l’infezione conservando un piccolo numero di anticorpi specifici per quell’antigene cosicché, se si viene da nuovo a contatto, avviano una risposta più rapida e massiccia (immunità acquisita). È per questo che, ad esempio, il morbillo lo prendiamo una volta sola.
Il ruolo “attivo” della difesa specifica è quindi svolto dai linfociti T citotossici, dai linfociti Natural Killer e dagli anticorpi (linfociti B di memoria o nuovi)
Vediamo in dettaglio come funzionano questi ultimi.
Esistono nel sangue cinque tipi d’anticorpi o immunoglobuline che indicheremo con la sigla Ig: A, I G, M, E, D, differenti fra di loro per struttura e composizione chimica.
In un soggetto immune, che ha già avuto il contatto con quell’antigene, intervengono solo e soltanto i cosiddetti linfociti B di memoria che proliferano velocemente, si trasformano in plasmacellule in poco tempo e producono grandi quantità d’anticorpi specifici contro l’antigene e lo eliminano.
In un soggetto non immune, invece occorre all’incirca una settimana prima che il sistema immunitario riesca ad organizzare un’efficiente risposta primaria. Non vi siete mai chiesti perché quasi tutte le malattie infettive dei bambini durano circa sette-dieci giorni? Appunto perché questo è il tempo medio richiesto ad un soggetto non immunizzato per montare un’adeguata risposta immunitaria.
Le immunoglobine sono gli “organi di senso” del sistema immunitario, essendo in grado di distinguere e identificare le sostanze proprie dell’organismo e quelle estranee a esso. Esse sono localizzate come recettori sulla superficie dei linfociti B oppure sono secrete come anticorpi nel plasma sanguigno.
• IgG: sono la classe di anticorpi maggiormente presenti nel siero, rappresentando circa il 75% delle immunoglobuline circolanti. intervengono nella risposta immunitaria secondaria.
• IgA: costituiscono circa il 20% delle immunoglobuline seriche (e ben il 60-70% delle totali) e sono presenti principalmente nelle secrezioni esterne, quali saliva, colostro, lacrime, muco delle vie respiratorie e del tubo digerente. Le IgA rappresentano un importante mezzo di difesa contro le infezioni locali; intervengono nella risposta immunitaria secondaria.
• IgM: costituiscono circa il 5-10% delle Ig totali. Costituiscono la classe di anticorpi che per prima viene sintetizzata al contatto con un nuovo antigene e sono quindi parte della risposta immunitaria primaria.
• IgD: Sono presenti sulla membrana cellulare dei linfociti B dove, legato l’antigene per cui sono specifiche, maturano a plasmacellula e produrre in forma solubile anticorpi
• IgE: Sono responsabili della risposta ai parassiti. le IgE, dopo combinazione con gli antigeni corrispondenti, inducono la liberazione da parte delle stesse cellule dei mediatori responsabili delle reazioni allergiche di I tipo.
Abbiamo parlato di batteri o virus, tossine, che sono i cosiddetti stimoli non cognitivi, che mettono in funzione il sistema di difesa attraverso l’attivazione del CRH (UN ORMONE CHIAMATO CORTICOTROPINA IPOTALAMICA, che a sua volta produce la ACTH o corticotropina ipofisaria che va a stimolare la produzione dei linfociti B attivando la risposta surrenalica. Lo stesso sistema CRH, ACTH, SURRENI si attiva anche con gli stimoli cognitivi, cioè le emozioni. Voi sapete che il segnale elettromagnetico precede sempre il segnale chimico.
Cercherò di fare degli esempi concreti per cercare di chiarire la connessione emozioni – ormoni – sistema immunitario, o chiamandolo in altra maniera, psico-neuro-endocrino-immunitario di cui ci avete sentito parlare sempre, la dott.ssa Forte ed io nel corso delle conferenze.
Allora, prendiamo una coppia che litiga di continuo o che si separa: uno se ne va e l’altro si sente abbandonato. Cosa pensate che gli possa capitare? Entra in depressione, è nervoso, non rende sul lavoro e questo lo rende ancora più depresso, mangia poco – o mangia troppo e male, quindi sarà stanco tutto il giorno perché ha bloccato il suo sistema del piacere e quindi la sessualità con tutti i relativi ormoni, ed entra in una immunodepressione. Perciò potrà essere soggetto a herpes virus, mononucleosi, influenze recidivanti.
L’infezione rallenta la conversione dell’ormone tiroideo T4 in ormone attivo T3. Questo favorisce le infezioni recidivanti: sinusiti, tonsilliti, mal di gola. Pallido, la pelle perde tonicità, si formano le rughe (mancano gli ormoni sessuali e l’ormone della crescita), gli si appiattiscono i capelli oppure perde i capelli (manca il ferro, è pallido, oppure mancano gli omega 3 perché non si alimenta bene) chiaramente manca il DHEA e questo può provocare infiammazioni, tumori, cardiopatie negli uomini e osteoporosi nelle donne, potrà avere le borse sotto gli occhi se blocca anche la tiroide oppure gli occhi cerchiati di nero se questo stress si riversa soprattutto sui suoi surreni e questo dipende dalla costituzione di ciascuno, c’è chi cala di peso e chi invece ingrassa.
Prima di arrivare a farsi troppo male bisogna ricorrere ad un aiuto floriterapico e piante adattogene per il riavvio della secrezione ormonale, una dieta fatta di cibi sani e delle belle passeggiate all’aria aperta ogni giorno, così si torna alla normalità e il sistema immunitario risponde con più forza alle infezioni.
Ora prendiamo i bambini di questa coppia: chiaramente sono totalmente destabilizzati dalla separazione o dalle continue discussioni dei genitori e pertanto iniziano a rifiutare il cibo o rimpinzarsi di cibo spazzatura ed immediatamente la loro tiroide non sarà più funzionale, i loro ormoni tiroidei andranno in sofferenza: la mattina non avranno forza di alzarsi dal letto, a scuola non staranno attenti, oppure soffriranno di tonsilliti recidivanti o si faranno le influenze e i raffreddori per tutto l’inverno. In questi casi dare l’antibiotico è assolutamente insufficiente se non addirittura lesivo in determinati casi, perché è come voler coprire con un panno nero un segnale rosso intermittente per non volerlo vedere.
Facciamo altri esempi:
Prendiamo il caso di una donna in menopausa (tra i 45 e i 55) che non si piace più quando si guarda allo specchio. Cosa pensate che succeda? Ansia, panico, disistima, innesco un circuito che si autoalimenta, piano piano entra in uno stato di depressione, che si accompagna con l’insonnia oppure con l’ipersonnia. Inizia a mangiare soprattutto dolci o tanto pane bianco. Così Immediatamente aumenta la pancia, il gonfiore addominale, il rilassamento muscolare, la perdita di elasticità dei tessuti, e un calo ancora più drastico degli ormoni della giovinezza come ormone della crescita, ormoni sessuali e DHEA. Non solo, ma l’eccesso di dolci porta ad insulino e leptino resistenza (ridotta sensibilità delle cellule del pancreas che produrranno più insulina, mandando in confusione il fegato) L’aumento della leptina che è l’ormone del tessuto adiposo, deprime la funzione tiroidea e il GH. E cosa farà il sistema immunitario? Se va male il corpo solo ingrassa e si sente stanca, se va bene presenterà una potente intolleranza alimentare, o una bella allergia ai pollini o a certe erbe alle quali non era mai stata allergica. (saltare una cena, mangiare pesce e carne, aggiungere 30-40 minuti di movimento soft almeno 4 volte per settimana, rinunciare agli zuccheri, assumere dei fiori specifici per ripulire l’aspetto emozionale).
Oppure un uomo in andropausa (tra i 50 e i 60) idem come sopra, non si piace, fa i confronti con gli uomini più giovani, addirittura potrebbe entrare in competizione con il figlio, inizia a bere di più (caffè o vino o birra o alcol o bibite poco importa) Stesso file della donna, pancia, gonfiore, perdita di elasticità, perdita di funzionalità erettile, incapacità nel prendere decisioni, fragilità emotiva mai sperimentata in precedenza. E l’immunitario presenta il conto: infezioni uretrali, alopecia, cardiopatie, ecc. Si risolve allo stesso modo:cibo giusto, no metaxantine, sì attività aerobica, piante pro-ormonali per salvaguardare anche il cuore e calare il tasso di colesterolo e fiori per la parte emozionale.
☺ MOVIMENTO CORPOREO
gli esercizi “soft” prolungati (o aerobici, in cui l’organismo non consuma glicogeno ma grassi) sono quelli che offrono i vantaggi più consistenti: per almeno una mezz’ora camminare di buon passo, corsa lenta, nuoto prolungato, bicicletta sono certamente esercizi adatti a tutti e dovrebbero costituire la base dell’attività fisica di ciascuno. Vanno fatti nella prima parte della giornata a stomaco vuoto.
Oltre a impegnare moderatamente quasi tutti i muscoli del corpo, favoriscono l’ampliamento delle funzioni respiratorie e cardiovascolari, determinando un riequilibrio della pressione arteriosa, sia essa elevata o bassa.
In più, attività come la ginnastica a corpo libero, camminare o correre lentamente, impegnano adeguatamente le ossa aiutandole a rimanere salde, presupposto indispensabile per la prevenzione della decalcificazione osteoporotica.
Un allenamento aerobico soft su base quotidiana (o svolto almeno quattro volte la settimana) modifica radicalmente la predisposizione al diabete e la tolleranza ai carboidrati, Inoltre è dimostrato come sia l’unico strumento affidabile per accelerare il metabolismo e quindi per invertire la tendenza al suo rallentamento prodotta dall’invecchiamento.
La pratica quotidiana di una delle attività aerobiche citate, riporta gradualmente il nostro metabolismo vicino ai valori dell’età giovanile e favorisce il consumo dei grassi accumulati anziché quello di glicogeno (lo zucchero più prontamente disponibile per la nutrizione delle cellule nelle fasi di attività).
Questo significa che l’organismo non invierà segnali di fame come invece accade quando, facendo corsa veloce o pesi in palestra, si consumano molti zuccheri che il corpo chiede prontamente di reintegrare.
Come abbiamo visto nulla è separato, tutto è insieme, non possiamo fare un’azione su un lato del triangolo e dimenticarci gli altri due o il nostro nucleo vitale. E’ proprio dalla psico-neuro endocrino immunologia che otteniamo tutte le risposte che ci permettono di riequilibrare il nostro organismo con azioni sinergiche in grado di rinnovare l’impulso vitale e farci vivere in salute e a lungo.
Allora come sostenere il sistema immunitario?
– Imparare a comunicare il proprio disagio e trovare soluzioni al posto di covare rancori
– Mangiare bene
– Fare attività fisica
– Dormire bene
– Imparare a respirare
– Fare attività rigeneranti (coltivare un piccolo hobby in cui usare le mani e rigenerare la capacità creativa)
– Assumere erbe e fiori specifici nei momenti di bassa
– Tenere sempre pulito il fegato e quindi l’intestino
Come vedete sono tutte cose che sostengono anche il sistema endocrino, emozionale, strutturale e il nucleo vitale che è venuto sulla terra per sperimentare la vita nella sua totale bellezza.
Giuliana Cossettini, PhD., ricercatrice