L’albero dei cachi, molto diffuso dalle nostre parti, è un frutto simbolo dell’inverno. Dal colore arancione intenso, dalla polpa cremosa e dolcissima, si raccoglie dopo la prima gelata, quando ancora i frutti sono acerbi per lasciarli poi maturare in casa, fino a eliminarne l’effetto allappante-astringente in bocca ”la bocca legata”.
Ha una tradizione antichissima; originario della Cina, furono i giapponesi a coltivarlo in maniera intensiva e arrivò in Europa verso la fine del ‘700 come pianta ornamentale. Dovrà passare un secolo prima che venga considerato albero da frutto.
Ha tante proprietà benefiche, contenendo antiossidanti come i carotenoidi (il colore arancione della provitamina A), la vit C, ed è un’ottima fonte di potassio. Molto energetico in quanto ricco di zuccheri immediatamente assimilabili, ha inoltre proprietà epatoprotettive ed è un alleato di milza e stomaco.
I cachi portano con sè molta storia e molte simbologie.
In Cina dove sono originari, godono di grande considerazione. L’albero del caco viene considerato ”l’albero delle 7 virtù”: la lunga vita, la grande ombra, la mancanza di nidi fra i suoi rami, la mancanza di tarli, la possibilità di utilizzare le foglie, fornisce ottimo legno per il fuoco.
Ma è anche stato designato come simbolo di pace.
Nell’agosto del 1945 Nagasaki, in Giappone, veniva bombardata con ordigni atomici. La devastazione fu totale e sembrava che niente di vivo ci fosse più. Senonché, sotto le macerie fu trovato un albero ancora vivo: era di cachi!
In seguito un dottore botanico del luogo se ne prese cura. L’albero aveva ovviamente accusato il colpo, ma con le giuste attenzioni si rinvigorì di nuovo. Il medico trovò che la forza di questa pianta era un potente messaggio sull’inutilità di tutte le guerre e dal frutto prodotto da questo albero, faticosamente sopravvissuto alla bomba atomica, prelevò alcuni semi da cui produsse ”pianticelle di seconda generazione”. Affidò poi le pianticelle ai bambini che visitavano il museo del bombardamento atomico, chiedendo loro di farle crescere perchè diventassero simboli di pace.
Questo intento è cresciuto fino a generare un progetto mondiale presente anche in varie zone d’Italia (- Revive Time – L’Albero dei Cachi -)
Questo frutto si mangia crudo, preferibilmente nella prima parte della giornata, data la sua ricchezza di zuccheri.
E’ molto buono in macedonia con i kiwi…la frutta va solo unita e spezzettata…non servono zuccheri aggiunti o altro…se non delle nocciole o degli amaretti sbriciolati, con cui si accompagna molto bene.
Il caco è un ottimo accompagnamento ad un prosecco per un aperitivo o un brindisi…provare per rimanere stupiti! cin cin ...
Flavia Lenarduzzi
tecnico gastronomico –
cuoca cucina naturale