LA VERA STORIA DEGLI SPAGHETTI
La storia degli spaghetti – il più celebre formato di pasta al mondo – è quella che li vuole portati da Marco Polo, nel 1295, dal suo rientro dalla Cina.
Beh … pare non sia andata così invece, anche se il più antico piatto di spaghetti giunto fino a noi, fu rinvenuto in una zona del nord-ovest della Cina e risalirebbe a 4.000 anni fa circa. Sarebbero però spaghetti di miglio, dato che il frumento in quelle zone non era ancora conosciuto.
Si dice invece che nascano nel VI sec a.C. nella valle dell’Indo, in un territorio che corrisponde in buona parte all’attuale Pakistan.
Inizialmente lo spaghetto era un semplice scarto, prodotto dalla lavorazione della pasta nelle cucine del sultano di quell’epoca. Trattandosi di scarti, era un cibo destinato agli inservienti e non aveva un nome. La loro fama iniziò quando il figlio del sultano in visita alle cucine li notò e li volle portare in tavola, con grande successo.
Chi ha cucinato quindi il primo piatto di spaghetti? Simili nella forma ma diversi nel gusto, si pensa si siano diffusi parallelamente e indipendentemente gli uni dagli altri, nelle diverse zone. Nel corso del tempo si sono raccolti vari indizi sulla diffusione della pasta.
Diretta antenata della pasta come la conosciamo oggi è la ”làgana” diffusa in epoca romana e citata nel primo libro delle ricette di Apicio, il ‘De Re Coquinaria’, dove veniva descritto un primo piatto, un timballo avvolto da strisce di pasta sottili fatte di farina e acqua.
In seguito, all’epoca di Ruggero II di Sicilia, nel 1154, il suo geografo arabo Al-Idrin, menziona nel suo libro ”Trabia”, un paese in provincia di Palermo, dove veniva prodotto un cibo a base di farina in forma di fili.
Nel XIX secolo, gli arabi, rivoluzionarono il concetto di pasta diffondendo la ‘pasta essiccata’ come diretta conseguenza del territorio in cui abitavano, caldo e arido. Inizia così la diffusione del prodotto essiccato in tutta Italia, a seguito della conquista araba della Sicilia.
E’ tra ‘500 e ‘600 che l’industria manifatturiera della pasta di Torre Annunziata e Gragnano si afferma, diventando poi famosa in tutto il mondo, producendo quasi cinquecento quintali di pasta al giorno nei ventisei pastifici presenti.
Visto che Napoli è una delle mete del Grand Tour, il consueto viaggio per il continente compiuto dai giovani europei appartenenti all’aristocrazia e alla borghesia, girando per i vicoli della città rimangono colpiti dai cosidetti ‘mangiamaccheroni’: giovani scansafatiche appartenenti a ceti medio-bassi chiamati ”lazzaroni”, dediti all’ozio, ma scanzonati e consumatori di uno dei primi street food della storia moderna.
Secondo alcune testimonianze dell’epoca, una guida turistica del tempo consigliava di andare a vedere, di sera nei vicoli, come si consumavano i ‘maccheroni alla napoletana’: senza forchetta, con le mani, sollevati fin sopra la testa e poi calati nelle fauci spalancate.
Mangiata con le mani, poi con la forchetta; prodotta fresca e poi essiccata, la pasta ha assunto diverse forme in base al territorio in cui viene prodotta. Moltissime sono le specialità locali, anche nei condimenti di ogni genere, che nascono dalle tradizioni locali affinate nel tempo come adattamento della cucina al territorio.
fonti: Accademia Italiana Cucina
We love Pasta – blog
La vera storia degli spaghetti – blog.fabianelli.it
Italywel.com
a cura di Flavia Lenarduzzi, tecnico gastronomico