Quando mangi cosa succede?

Il modo di mangiare, il cibo, le calorie, i micro e macro nutrienti, i superfood, i consigli e le diete… e quant’altro, riempiono pagine intere di giornali, libri, corsi di cucina ecc., ma mai ci viene proposto o consigliato di portare l’attenzione su come ci sentiamo dopo aver consumato quel cibo, ma anzi dando per scontato che tutti reagiamo in base a un cliché conosciuto. Solo in parte è così, la restante parte è data da quella unicità personale che ci contraddistingue.
Quando si parla di persona e della sua specifica unicità e complessità non si può non fare riferimento alle Antiche Medicine Cinesi.
Il cibo era di gestione del medico, assieme alle ginnastiche energetiche, alla fitoterapia, all’erboristeria. Infatti la dietetica faceva parte integrante del prendersi cura di sé. Si faceva prevenzione recandosi dal dottore per ottenere la propria personale cura e dieta. Cura nel senso di prendersi cura di sé e dieta cioè portare nella propria tavola gli alimenti adatti alla unicità di quel corpo in quel determinato ambiente, alla stagione, al tipo di struttura fisica/mentale/energetica e al tipo di lavoro.
Il veloce mondo occidentale ha dimenticato nel prendersi cura della persona l’aspetto nutrizionale, ma per fortuna grazie anche all’integrazione delle culture e conoscenze, ora si sta interessando al cibo.
Abbiamo a disposizione cibi che spesso sono anche molto buoni, di qualità e che ci procurano un enorme godimento nel mangiarli; usufruirne è una tappa piacevole e necessaria, dato che per poter mangiare ogni giorno e più volte al giorno, oltre ad avere lo stimolo della fame, la natura ci ha messo a disposizione anche il piacere del palato, unendo funzionalità ed edonismo in un connubio che da sempre riscuote un gran successo! Molte meno sono le volte in cui cerchiamo di prendere consapevolezza di come quel cibo ci stia nutrendo. Dovremmo chiederci se è un cibo genuino, se ci sta vitalizzando, se ci agevola nel buonumore, nello sentirci bene e nella lucidità mentale, se con i giorni si attenua qualche infiammazione, se ci ha fatto dormire bene, o ci sta affaticando in tutte queste e altre nostre funzioni, togliendoci energia preziosa?
Energia? Fermiamoci un attimo sul concetto “energia”.
L’energia, leggendo il dizionario Treccani, è un termine che si specifica a secondo della prospettiva in cui lo si utilizza: in fisica, in matematica, in tecnica, in psicologia, ecc. Secondo i cinesi l’energia, il Qi, è tutto quello che c’è , sotto varie forme, e si trasforma, cambia continuamente. Nell’uomo è ciò che lo rende tale, essere vivente con mente/corpo e gli permette di vivere e rinnovarsi continuamente.
Tramite la percezione corporea, possiamo, non solo mentalmente ma – appunto – tramite il corpo, renderci consapevoli della pesantezza o leggerezza di un pranzo, della sua veloce o lenta digestione, della maggiore o minore introduzione di sostanze energetiche, attivanti o rilassanti e tanto altro,.
Cerchiamo di attribuire un valore agli alimenti che assumiamo nella nostra quotidianità e possiamo usufruire dell’opportunità di agire su una delle leve del benessere psicofisico che è il modo di alimentarsi. (ci sono altri fattori/leve del benessere, su cui è molto più complesso e meno immediato intervenire… il fattore cibo è decisamente a portata di mano e piuttosto immediato)
Il primo passo è andare verso una conoscenza pratica di quale sia il cibo vivo, realmente nutriente e di quale non lo sia: in questo modo già si opera una scrematura di tutti quegli alimenti industriali che di vitale hanno solo il giro di affari in cui sono inseriti.
In seconda battuta, dopo averli cucinati nel rispetto delle loro peculiarità nutritive e consumati, dobbiamo portare l’attenzione a come ci sentiamo, chiedendoci ad esempio se siamo energici o appesantiti, se siamo appagati o sentiamo ancora voglia “di un non so che…” e tante altre sfumature. Portare attenzione durante la giornata, anche solo per pochi minuti, al cibo e a come agisce su di noi, può cambiare radicalmente il nostro modo mangiare, portandoci verso uno stato di benessere decisamente maggiore. Abbiamo dalla nostra parte il fatto che il cibo è un elemento concreto, tangibile, fatto di esperienza sensibile a cui tutti, ma proprio tutti possiamo accedere.
Una proposta dell’IGEA Studio è immergersi nel mondo del cibo non solo come semplice assunzione di alimenti, ma imparando a conoscerli, scoprendo la piacevolezza, le combinazioni, le cotture, la stagionalità, come interagiscono con noi, con la nostra “pancia” fisica e emotiva, con la nostra energia quotidiana, come farci aiutare nei momenti di disagio/tristezza/nervosismo/tossicità assieme a Flavia e Arianna.
Arianna Cioverchia, insegnante 1° anno sede I.R.T.E. Udine
e Flavia Lenarduzzi, insegnante cuoca e tecnico gastronomico