Mai che si parli di prevenzione!!!

Mai che si parli di prevenzione!!!

19 Settembre 2021 Blog 0

Se prevenire è meglio che curare, perché nessuno parla mai di prevenzione?

Da un anno e mezzo ascoltiamo e leggiamo quantità esagerate di informazioni e disinformazioni sulla SARS-CoV2 e la relativa pandemia di Covid-19: come si cura, come non si cura, vaccini alla 3 fase di sperimentazione autorizzati per “l’uso compassionevole o terapeutico limitatamente al periodo di emergenza”.
E’ infatti notizia del 23 agosto 2021 la richiesta di approvazione completa della FDA americana, dopo quella d’urgenza del dicembre 2020, per la commercializzazione del vaccino col marchio Comirnaty, di Pfizer BioNTech, da somministrare ai maggiori di 16 anni di età, che continua ad essere disponibile per uso emergenziale (EUA) per gli individui dai 12 ai 15 anni e per la somministrazione di un’eventuale terza dose negli individui con determinate immunocompromissioni individuali (tradotto letteralmente).
Dato che l’azienda dichiara che l’informazione circa eventuali potenziali problemi di salute sul lungo termine non è ancora disponibile (per ovvie ragioni), il bugiardino che accompagna il farmaco “Cormirnaty Prescribing Information” include l’avvertimento circa questi rischi. (https://fda.gov/news-events/press-announcements/fda-approves-first-covid-19-vaccine)

Mai una sola volta in un anno e mezzo che si sia parlato di PREVENZIONE. Soprattutto non ho letto o sentito nessuna donna parlare di prevenzione. La donna ha forse perso il suo compito di sostenere la salute attraverso il cibo?

Ora, io sono particolarmente propensa alla prevenzione nel bene comune, perché fa parte della mia croce di incarnazione (per chi conosce Human Design System, Left Angle Cross of Prevention – sono nata così!… come si dice: a ognuno la sua croce!), e fin dalla non ancora dichiarata pandemia nei primi mesi del 2020, ho cercato di informarmi in tutti i modi in diverse lingue e con l’apertura mentale delle conoscenze acquisite nella mia ormai più che trentennale formazione permanente, su ciò che gli studi scientifici su questo nuovo virus mettevano in luce.

Alcuni scienziati, medici e ricercatori hanno approfondito i meccanismi della proteina spike e sono riusciti a comprendere quali sostanze meglio di altre possono essere utilizzate in fase preventiva. Studi sulle vitamine, sui bioflavonoidi, sui minerali e sui probiotici necessari a sostenere e difendere i nostri sistemi dall’esagerata cascata infiammatoria che la spike scatena, sia con l’infezione, sia col vaccino, nonché tutti gli studi in essere sulla genetica e la genomica del virus, che sono tantissimi e molti si contraddicono.

Peccato che nessuno si occupi del reale rischio sottostante, cioè dell’introduzione del cibo che è un’azione che facciamo più volte al giorno.
Se ci alimentiamo con cibi processati industrialmente (biologici o no fa poca differenza), la quantità di sostanze proinfiammatorie che ingeriamo ogni poche ore saranno tali per cui forniranno una base consistente di reazione avversa a qualsiasi evento esterno (virus, batterio, ecc.) e abbatteranno le naturali difese del nostro organismo. Infatti nell’età avanzata, essendo trascorso un lungo tempo di vari insulti a livello fisiologico, il sistema neuro-endocrino-immuno-metabolico è naturalmente più allarmato e meno pronto a rispondere ad un evento traumatico di ogni genere.

Ricordo che le coltivazioni in gran parte del mondo industrializzato sono spesso OGM, i terreni maggiormente fertilizzati con azoto e fosforo che rimangono dispersi nell’ambiente e possono creare disastri nell’ecosistema e negli animali acquatici (vedi Our World in Data per ottenere tutte le informazioni).

Da qui alcune linee guida che servono a tutti:
– scegliere alimenti di sicura provenienza, da filiera corta, a km. Zero e da coltivazioni che non usino pesticidi e erbicidi, da galline ruspanti, da animali al pascolo, pesce fresco di piccola taglia
– usare una quantità di frutta e verdura di almeno 5 porzioni ciascuna, come raccomandato da decenni dall’OMS (ricordo che una porzione sono 150 grammi, 80 se di foglie crude tipo radicchio)
– usare spesso legumi o patate al posto del primo piatto (dieta Mediterranea vera)
– cuocere a fuoco molto moderato
– usare pane a lievitazione naturale, poca pasta verificando preventivamente sull’etichetta da dove proviene il grano, riso o altri chicchi in grano intero o decorticato
– usare bene i grassi saturi (burro crudo) e polisnaturi (olio extravergine di oliva di provenienza 100% italiana, ottenuto per pressione a freddo e contenuto in bottiglie di vetro scurissimo)
– concedersi gli zuccheri soltanto nella mattinata, e astenersi da qualsiasi introduzione di zuccheri falsi (sugar free)e fruttosio
– scegliere vini di alta qualità e solo nelle occasioni di festa, e usare l’alcol in modo sporadico e mai con assunzione concomitante di zuccheri (mescolato con bibite zuccherate)

Mi direte che questa spesa costa di più che comprare qualche pane in cassetta o pizza al trancio, crakers, bibita gasata o patatine, dolcetti e gelato industriale e affettati… vero! Ma vi stimolo ad imparare ad approvvigionarvi diversamente, parlare con gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori, aiutarli a migliorare i loro prodotti e il loro guadagno, facendo sì che un’armonica soddisfazione da ambo le parti porti consapevolezza e salute a tutta la comunità.

Se prendiamo coscienza delle nostre scelte e la smettiamo di dipendere da fonti non più sostenibili, pagando le multinazionali, forse i virus e le malattie in generale ci faranno molta meno paura.

Giuliana Cossettini, Naturopata PhD.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *